Ricevete il regno!
Alla luce della parabola evangelica di domenica scorsa, in questa ultima solennitร dellโanno liturgico ci รจ offerta unโimmagine ulteriore di quali siano i beni che il Signore ci affida in vista del suo ritorno glorioso: sono i piรน piccoli dei suoi fratelli, nei quali egli si identifica.
Lโapostolo Paolo, nella seconda lettura, ci parla della necessitร che Cristo regni e lo faccia fin dโora nella vita dei credenti, una signoria a cui appartiene il giudicare e il dare vita. Il giudizio si compie fin dโora. Occorre lasciarsi sorprendere dalla logica del regno e consentirle di riplasmare la nostra vita, nel servizio ai piรน piccoli, accogliendo la possibilitร di incontrare in loro il volto del Signore che viene.
Il vangelo di questa domenica รจ il quadro conclusivo del lungo discorso escatologico di Matteo e ne riprende lโessenziale: rispetto alla domanda dei discepoli sul quando e su quali siano i segni circa il ritorno del Signore, ci รจ detto come attendere e soprattutto chi attendere. Il quando รจ ora e il segno รจ quello dei suoi fratelli piรน piccoli, nei quali egli รจ sempre con noi (cf. Mt 28,20)
Nel brano compaiono alcuni aggettivi possessivi significativi โ come nella prima lettura odierna tratta dal libro del profeta Ezechiele-: sua destra, Padre mio, miei fratelli; cโรจ il riconoscimento di unโappartenenza reciproca a vari livelli, in cui i giusti riconoscono il loro re.
Quando mai? La nota dominante del brano รจ la sorpresa: โuno non sa: รจ lโincoscienza dello stare con gli ultimi senza secondi fini, senza calcoliโฆรจ il lasciarsi attrarre dallโincontro quando capita, รจ lโincoscienza della caritร della fraternitร umana, che รจ vissuta perchรฉ va vissutaโ (V. Colmegna).
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Sorprende anche che il Figlio dellโUomo prenda lโimmagine dellโaffamato, dellโassetato del bisognoso e che il giudizio sia compiuto da un giudice cosรฌ, da un Dio cosรฌ, che ha condiviso fino alla morte lโumano e il suo bisogno. In fondo, perรฒ Dio per la tradizione ebraica รจ il misericordioso, che ama per primo e vuole essere riamato nel prossimo (cf. la tradizione profetica e per es. Midrash su Dt 15,9: โFigli miei, se avete dato da mangiare ai poveri, ve lo conterรฒ come se fosse a me che lโavete fattoโ). Matteo insiste nel suo vangelo su questo aspetto effettivo e pratico della giustizia, portando allโestremo il dato dellโincarnazione, del Dio con noi, tra noi.
Chi sono i suoi fratelli piรน piccoli? Questi piccoli sono menzionati nel discorso missionario e comunitario del vangelo di Matteo e per alcuni esegeti si tratta dunque dei discepoli di Gesรน, coloro che egli invia e che chiede siano accolti nel suo nome, perchรฉ in essi si accoglie lui stesso. (Mt10,40.42; 18,6.10.14). La prospettiva poi si allarga a tutti quelli che il Padre non vuole che si perdano (e qui Gesรน usa proprio la similitudine delle pecore).
โฆFrati minoriโฆ โFrancesco a volte, esortando i suoi a domandare la caritร , usava queste parole: โAndate, perchรฉ in questโultimo tempo i frati minori sono stati dati al mondo, affinchรจ gli eletti compiano verso di essi azioni degne di essere premiate dal Giudice: Ciรฒ che avete fatto a uno di questi miei fratelli minori lโavete fatto a meโ. FF659
โE ti rendiamo grazie, perchรฉ lo stesso tuo Figlio ritornerร di nuovo nella gloria della sua maestร โฆ per dire a tutti coloro che ti riconobbero e ti adorarono e ti servirono nella penitenza: โVenite, benedetti del Padre mio, entrate in possesso del regno, che รจ stato preparato per voi fin dallโorigine del mondoโ. FF 65
Suor Chiara Miriam โ Monastero Santa Chiara di Milano
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