don Claudio Bolognesi – Commento al Vangelo del 8 Ottobre 2023

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Se due eventi uguali fanno una coincidenza, tre sono una prova. Nel nostro caso i vangeli di queste tre domeniche dell’anno liturgico provano che a Te, Gesù, questa vigna sta proprio a cuore. Rispetto ad Isaia 5 – la prima lettura di oggi – la prendi un po’ più da lontano. Racconti che il capofamiglia, sempre lui, quello che era uscito a tutte le ore per trovare operai, la vigna l’ha piantata proprio bene, con le sue mani.

Un po’ come aveva fatto il buon Dio con il giardino dell’Eden. Poi fa tutto quello che dice Isaia. La dota di tutti i confort: a partire dalla siepe protettiva, se no le pecore brucano le piantine. Scava la buca che serve da torchio, che serve dopo la vendemmia, è simbolo di festa. Aggiunge la torre, che è roba un po’ esagerata, ma fa sì che vi si possa abitare, ed è un rimando all’autorità del padrone. A questo punto la prima sorpresa: invece che stare lì a godersela, con il rischio che succeda come in Isaia in cui non dà frutto, la vigna l’affitta e se ne va.

Ma come? Tutto quest’amore, quest’attenzione e poi un’improvvisa lontananza. Sarebbe già un tema su cui riflettere. Lo sviluppo della parabola lo conosciamo: qui sono i contadini a rifiutarsi di mandare al padrone il frutto. La vigna il suo dovere l’ha fatto, loro no. Si capisce che sullo sfondo stanno coloro a cui hai affidato i Tuo popolo.

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A questo punto la narrazione deraglia. Non ha senso che mandi ancora servi, se non perché ipotizziamo che si parli del duplice invio dei Tuoi messaggeri, i profeti. Ancora meno senso ha l’invio del figlio. Se non che è commovente il dialogo interiore – avranno rispetto… – ma può essere anche – si vergogneranno davanti a lui… -. Il progetto dei contadini è al limite tra la stupidità e l’incredibile: – uccidiamo il Figlio, che è l’erede, e erediteremo noi -. La parabola è chiaramente costruita per suscitare lo sdegno dei capi – e nostro – verso i contadini.

Che infatti ci cascano e si danno la zappa sui piedi, decretando che quei cattivi meritano la morte. Non è pensabile che non avessero riconosciuto il parallelo con Isaia, ma anche le differenze. Possiamo immaginarceli dire queste cose a denti stretti, progettando già la vendetta. Ma a Te di far morire quei contadini non importa, non è ciò che vuoi. Certo, sei d’accordo che la vigna sia data ad altri e se questi “altri” siamo noi non è che ce la stiamo cavando molto meglio.

C’è però un versetto che sembra non c’entri ma forse è la parola più importante di questo Vangelo: la pietra scartata dai costruttori nelle mani del Signore diventa la testata d’angolo. È questo il marchio di fabbrica del “Signore della vigna”. È quello che il Padre è venuto a fare con Te. Certo, non hai ottenuto il nostro rispetto né sucitato la nostra vergogna verso noi stessi. Sei stato ucciso sul Golgota, fuori dalla vigna, fuori dalle porte della città santa. Perché la nuova Città Santa è “fuori”. Là dove sei Tu, il Risorto.

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don Claudio Bolognesi