Domenica scorsa il Signore Gesรน ha fermato la nostra attenzione sulla parabola dei due fratelli, che, alla richiesta del padre di andare a lavorare nella sua vigna, agiscono in contraddizione alla risposta prima data (Mt 21,28-32). Questo a ricordarci che talvolta โlโazioneโ puรฒ rinnegare la โparolaโ. Non basta quindi fermarsi a quanto detto, ma vedere cosa uno fa realmente. Messaggio chiaro rivolto a coloro che si riempiono la bocca di parole, di precetti o citazioniโฆ ma poi la loro condotta di vita รจ completamente in dissonanza.
Oggi ci viene presentata unโaltra parabola, con la stessa finalitร : smascherare lโipocrisia, la doppiezza. Il testo evangelico viene preceduto e direi preparato dalla prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia. Un uomo aveva una vigna, fertile, dissodata, sgombrata dai sassi e con tanto di torre. Una cura quasi meticolosa per la vigna dalla quale poteva attendersi solo unโuva prelibata; invece produsse acini acerbi. Narrata questa prima parte, il profeta si rivolge agli uditori: ยซChe cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?ยป. E aggiunge: ยซToglierรฒ la sua siepe e si trasformerร in pascoloโฆ la renderรฒ un deserto, non sarร potataโฆยป.
Probabilmente gli uditori, ascoltando, annuivano, concordavano ed รจ proprio in questo frangente che il profeta sferra il colpo: ยซEbbene, la vigna del Signore degli eserciti รจ la casa dโIsraele: gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressiยป. Il salmo responsoriale, che fa da risposta orante a questo testo, รจ un prolungamento di memoria e di lamento, ma nello stesso tempo una supplica: ยซDio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantatoโฆยป.
v. 33: In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: ยซAscoltate unโaltra parabola: cโera un uomo, che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano.
Da segnalare lโinvito di Gesรน: ยซAscoltateยป. Non solo sentire con le orecchie, ma imparare ad ascoltare con attenzione la parola, accoglierla nel cuore e viverla nella vita (cfr Mt 7,21). Questo รจ ascoltare. E i primi che dovrebbero farlo, sono proprio i sacerdoti e gli anziani, le persone piรน qualificate e rinomate dal popolo. Coloro che dovrebbero prendersi cura e con cuore del popolo di Dio, vigna del Signore. Tema e linguaggio ricalcano in pieno il testo di Isaia e quindi gli interlocutori fin da subito comprendono di che si tratta, data la loro dimestichezza con la Scrittura.
vv. 34-39 Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร . Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
La prima osservazione: Dio, come il padrone della vigna, dopo essersi tanto preso cura della vigna stessa, si aspetta di ricevere il frutto di quanto Lui ha donato. Potremmo dire che Dio/il padrone dona, ma chiede anche di essere ricambiato. Ama, e si attende/spera/desidera di essere amato/ricambiato. Attende gesti che rivelino quanto รจ custodito nel cuore. Non obbliga, ma esprime un desiderio. Un auspicio. Un modo, questo, per spronare, per ricordare che quanto uno ha ricevuto e gestisce รจ ยซin prestitoยป. Non sono/siamo padroni della vigna: un rischio di ieri ma anche di oggi.
Illudersi di credere che per il semplice fatto di ricoprire un incarico, un ruoloโฆ siamo ยซpadroniยป di tutto e di tutti! Il Padrone, dunque, manda prima alcuni servi โ i profeti โ e in ultimo manda il suo stesso figlio. Una decisione che nasce dalla speranza che almeno di fronte al figlio i contadini consegnino il raccolto. Questi invece, vedendo il figlio, decidono di ucciderlo per impossessarsi della vigna! Pura illusione, visto che la vigna resta del padrone! Si noti che la descrizione di questo momento ricalca quanto avverrร a Gesรน al termine della sua vita: lo rifiuteranno, lo porteranno fuori della cittร e lo crocifiggeranno. E la cosa paradossale รจ che alla fine sarร proprio il sacrificio in croce del Figlio Gesรน a restituire al Padre del cielo i frutti sperati. Questo Figlio, infatti, amerร talmente tanto la vigna da dare per essa la sua stessa vita, frutto maturo dโAmore.
vv. 40-43. ยซQuando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป. Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป. E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture: โLa pietra che i costruttori hanno scartato รจ diventata la pietra dโangolo; questo รจ stato fatto dal Signore ed รจ una meraviglia ai nostri occhiโ? Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i fruttiยป.
La parabola si conclude con una domanda da parte di Gesรน: ยซIl Padroneโฆche cosa farร a quei contadini?ยป. E nella risposta dei suoi interlocutori si trova giร la loro condanna: ยซQuei malvagi li farร morire miseramenteโฆ e darร ad altri la vignaโฆยป. Gesรน fa capire che non basta sapere bene, rispondere bene se poi non si vive bene: ยซPerciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca fruttiยป. A questi verrร dunque tolta la vigna, perchรฉ hanno deluso le attese del Padrone, perchรฉ non hanno prodotto i frutti voluti.
Ma questi ยซsacerdoti e anziani del popoloยป siamo anche ciascuno di noi: anche noi in una certa misura esercitiamo autoritร nei riguardi di chi ci sta vicino. Infatti, come dicevamo tre domeniche fa, Dio ci ha posti quali sentinelle, custodi dei fratelli che incontriamo lungo il cammino della vita (cfr Mt 18,15-20, 10 settembre). Siamo invitati a domandarci se ci stiamo prendendo cura, con veritร , di chi il Signore ha voluto metterci accanto; se stiamo coltivando rapporti sinceri capaci di portare frutti di giustizia e di pace, di pazienza e di misericordia. Noi siamo oggi la vigna del Signore chiamata a portare frutto anche attraverso la custodia e la cura di quanti ci stanno accanto e del creato stesso, che ci รจ stato consegnato. Siamo vigna chiamata a portare frutti buoni, e siamo servi chiamati a prenderci cura della vigna in cui siamo immersi (il nostro tempo, la nostra gente, il creato..).
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Nella sua conclusione Gesรน รจ molto duro, sembra quasi che non sia una pagina di vangelo. Ma il Signore sta mettendo i suoi interlocutori di fronte alle loro responsabilitร , e lo fa con chiarezza e schiettezza. Non si puรฒ pensare di restare seduti su piรน sedie perchรฉ lโambiguitร non รจ gradita al Signore: ยซNon sei nรฉ caldo nรฉ freddoยป (cfr Ap 3,16); e in un altro passo Gesรน ricorda che ยซNon si puรฒ servire a due padroniยป (Lc 16,9-15). Gesรน ci sta cosรฌ aiutando a comprendere che lโamore รจ una decisione esigente; detto in altre parole, Gesรน ci sta aiutando a comprendere che ogni grande ยซsiยป nella vita, nellโamoreโฆ รจ accompagnato da impegnativi ยซnoยป.
La vigna del Signore, il popolo di Dio, appartiene a Dio. Noi siamo custodi: a noi รจ semplicemente affidata questa terra e siamo chiamati a ยซcustodirla e coltivarlaยป (Gen 2,15). La vera autoritร , quindi, รจ servizio non sfruttamento! Solitamente la seconda lettura non รจ collegata al tema del vangelo, ma oggi si offre a noi come un vero dono: siamo chiamati a coltivare quello รจ vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato: ciรฒ che รจ virtรน e merita lode, questo sia oggetto del nostro impegno, ricorda san Paolo (Fil 4,8).
A noi dunque restare saldi nella fede alla pietra angolare che รจ Cristo stesso: rimanere in Lui, come il tralcio che non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite (Gv 15,1-8).
Mt 21, 33-43 | don Andrea Vena 60 kb 11 downloads
XXVII domenica del tempo ordinario, anno A (8 ottobre 2023) Is 5,1-7 Sal 80 FilโฆPer gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.