Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 2 Ottobre 2023

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Il Creato non è solo ciò che vediamo e misuriamo, sperimentiamo e analizziamo. Esiste una parte, la maggiore, che sfugge agli strumenti, alle logiche scientifiche, alle analisi. Il nostro mondo rischia di farsi schiacciare da una visione scientista della vita, relegando le cose invisibili a pura superstizione.

Invece la Scrittura ci parla di un Dio che ha creato ogni cosa dell’Universo, le cose visibili e quelle invisibili. E, fra queste, esistono gli angeli, puri spiriti, amici di Dio, dotati di intelligenza e volontà, che collaborano, come potremmo fare noi, alla realizzazione del progetto d’amore di Dio sul mondo.

A ciascuno di noi, così professa la fede cattolica, è donato un angelo particolare, un amico invisibile, un sincero collaboratore alla nostra felicità, che agisce con discrezione per aiutarci a fiorire, a realizzare il progetto d’amore che Dio ha su di noi. Nella prospettiva biblica del Primo Testamento, Dio era immaginato in una corte celeste simile a quella di un re. In questa corte aveva due troni quello della misericordia e quello della giustizia: a seconda della situazione, si sedeva sull’uno o sull’altro.

Nella corte celeste erano presenti degli angeli a rappresentare ciascuno i settanta popoli della terra. Non soltanto quindi quello di Israele ma anche quello dei popoli pagani. Non esistono soltanto gli angeli personali ma anche quelli che cercano di accompagnare i popoli. Il nostro angelo custode ci accompagna rispettando pienamente la nostra libertà, non forza la mano e non si impone.

Questa visione della realtà ci fa un po’ sorridere ma quando entriamo nella logica dello Spirito tutto diventa comprensibile e ragionevole. L’angelo custode non è un cameriere o il genio della lampada; non è lui che deve ascoltare noi ma noi che possiamo ascoltare i suoi suggerimenti che ci giungono attraverso i mille canali della quotidianità, ricordandoci sempre che il suo scopo è quello della nostra salvezza, della nostra felicità in Dio.

Vi do un consiglio: fatelo lavorare. Chiedetegli di accompagnarvi nella magnifica avventura che è la vita.

FONTE: Amen – La Parola che salva

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 18,1-5.10

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