Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Settembre 2023

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Semina, il seminatore, e la Parola cade con abbondanza ovunque, finanche sulla dura terra della strada, sperando che in qualche modo spezzi la crosta ed attecchisca. Semina, il seminatore, perché Dio non smette di parlare, di comunicare, di raccontarsi, di donarsi. Parla ai nostri cuori e sta a noi capire come accogliamo questa Parola.

Siamo noi quel terreno che a volte nemmeno ascolta, a volte accoglie con entusiasmo ma con poca costanza, a volte lasciandosi distrarre dalle troppe preoccupazioni. Ma se abbiamo davvero il coraggio di spalancare il cuore, portiamo frutto, tanto frutto. Perché la Parola in noi fiorisce se la lasciamo fare.

Parla in parabole il Signore anche se molti vedendo non vedono e ascoltando non ascoltano, come si dovrebbe più correttamente tradurre. Ma noi, oggi, prendiamo coscienza di quanto la Parola possa cambiare la nostra vita! Lasciamoci fare. La fede nasce dall’ascolto di una Parola che scardina le nostre certezze, che si fa dono, che indica Dio.

Siamo così convinti che Dio ci chieda qualcosa da non accorgerci che invece, vuole donarci qualcosa: la sua stessa presenza. Questa parola che frequentiamo tutti i giorni, anche attraverso questo umile strumento, è in grado di sconvolgere le nostre vite. La Parola ha in sé una forza vivificante e tende a portare frutto. Ciò che possiamo fare è accoglierla, meditarla, comprenderla, viverla.

E ci chiediamo: chi è il terreno buono che porta frutto? Io credo che sia terreno fertile, chi tra noi, con umiltà si è riconosciuto nei tre terreni. Ammettere di essere induriti, scostanti, travolti dalle preoccupazioni, è il primo passo per lasciare divampare la potenza del seme in noi. Accogliere la Parola richiede uno sforzo, un allenamento, una ascesi.

Prendere la buona abitudine quotidiana di dedicare dieci minuti all’ascolto di Dio può concretamente cambiare le nostre vite.

FONTE: Amen – La Parola che salva

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Lc 8,4-15

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