Domenica 17 settembre, alla chiesa del quartiere ANFA di Casablanca si respirava aria di festa. La comunità italiana di Casablanca ha voluto festeggiare ancora una volta il leggendario compleanno di Suor Ersilia FMM. Arriva lei, finalmente, dalla calma e serena agilità di una quarantenne… con 62 anni di troppo. Sì, 102 anni in tutto! Un compleanno da non credere…
Segue la messa e un bell’aperitivo per tutti nel cortile, mentre gli italiani lanciano a squarciagola il classico “Tanti auguri a te!”… ma che viene dal cuore. Il tutto in un clima di gratitudine a Dio, Colui che dà la vita e la dà in abbondanza. Così, suor Ersilia, – come una maestra in cattedra,- ci affida la sua grande lezione. “Vivere è una lotta e siamo vivi anche dopo una ben lunga battaglia!” Il suo segreto? “Il suo sorriso sempre, dappertutto e… anche ora!” vi fa una consorella. Insomma, un bel centenario come quello comunitario della sua stessa Congregazione. Era il 1912: otto religiose Francescane Missionarie di Maria si stabiliscono in Marocco, un paese che non lasceranno più. In più di cento anni di presenza si investono in un’attività sociale, educativa e sanitaria fatta di dedizione, di integrazione e di sacrificio. Oggi molti marocchini ne conservano un ricordo indelebile e una gratitudine commovente.
Gli abitanti di Meknès, Midelt, Marrakech e Martil (luoghi della sua missione) ricordano ancora in Ersilia una suora attiva e contemplativa, dall’amabilità tutta italiana, che andava al mercato sempre con la sua borsa di paglia… Rifiutava, infatti, ogni sacco di plastica, data la sua sensibilità a “Giustizia, pace e ambiente”. Le tante donne del laboratorio di tappeti di Midelt ricordano ancora questa religiosa, che partiva presto all’alba per Meknès per acquistare la lana migliore nel suk, tessendo relazioni con chiunque incontrasse… Senza dire la sua passione in comunità nel parlare di un profeta della sua regione in Italia, autore di un celebre e appassionato libro pubblicato nel 1848: “Le cinque piaghe della Chiesa”: Antonio Rosmini.
Per gli anziani come per gli innamorati succede sempre che si diventi ancora bambini… Tuttavia, suor Erminia continua ancora oggi la sua battaglia. È il suo contributo alla “rivoluzione della tenerezza” – come la chiama Papa Francesco – una rivoluzione spirituale e disarmata. Diventare, così, protagonisti della conversione, quella che disarma il cuore e che permette a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello. Imparando a guardarlo con lo stesso sguardo comprensivo, tenero e misericordioso che si ha a questa età verso la vita e i bambini. È vero, abbiamo affinato la nostra umanità prendendoci cura degli altri. Oggi possiamo essere maestri di uno stile di vita pacifico e attento ai più deboli, perché saranno i miti, e non gli aggressivi o i prevaricatori ad ereditare la terra.
Diventare, così, dei “poeti della preghiera”, come evoca ancora Papa Francesco. Prendere il piacere di trovare le nostre stesse parole, recuperando quelle che la Parola di Dio ci insegna. La nostra fiduciosa invocazione può fare molto: può accompagnare il grido di dolore di chi soffre e aiutare a cambiare i cuori. A quest’età, non più sull’onda della vita, ma dopo di essa, “dove il passato cresce e il futuro perde la sua astratta infinità” lo scorrere del tempo non solo ci toglie, ma ci dona sempre qualcosa.
Questo tempo, finalmente “vuoto”, ci fa riscoprire il valore dell’amicizia, della condivisione, della voglia di sorridere, di contemplare, di gustare… in una parola “la grande leggerezza”: quella che a vent’anni era semplicemente vissuta, ora, invece, è diventata uno stato d’animo. E tempo di attesa. Sì, l’attesa di un incontro sempre desiderato con una fiducia inesprimibile. Quella che rende ancor più trasparente la promessa della vera destinazione della vita: un posto a tavola con Dio. Sì, un giorno tra nuovi cieli e terre nuove.
Renato Zilio
Missionario in Marocco