Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 18 Settembre 2023

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Nel noto brano odierno cio’ che colpisce è la bontà, l’umiltà e, soprattutto, la grande fede del centurione.

Quest’uomo è certamente buono in quanto “ aveva molto caro “ un servo, che, all’epoca, era considerato alla stregua di un oggetto.

Inoltre gli “ anziani dei Giudei “, che lui invia da Gesu’, insistono affinché il Maestro lo esaudisca perché dicono: “ egli merita che tu gli conceda quello che chiede “.

Quest’uomo è umile in quanto non osa avvicinarsi a Gesu’ per chiedergli direttamente di guarire il suo servo in quanto “ non si ritiene degno “ di cio’.

Invia quindi dapprima gli “ anziani dei Giudei “ e, poi, quando il Maestro sta per avvicinarsi a casa sua, “ alcuni amici “.

Quest’uomo ha una fede enorme: “ di’ una parola ed il mio servo sarà guarito “.

Una parola, una sola.

Il centurione è certo che Gesu’ è il Salvatore, è colui che puo’ guarire il suo servo.

Non ha bisogno di altro, si fida del Maestro, il quale rimane “ molto ammirato “ da lui al punto tale da dire: “ Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede cosi’ grande “.

A noi cosa dice questo brano?

Due cose in particolare.

La prima: se veramente crediamo in Cristo rivolgiamogli tutte le nostre istanze, gridiamo a Lui nella certezza che ci ascolterà.

Spesso preghiamo per una situazione ma restiamo scettici sull’efficacia della preghiera.

E’ per questo che non otteniamo la “ guarigione “ per noi o per chi la chiediamo.

La seconda: “ Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede cosi’ grande “.

Spesso ha piu’ fede chi sembra lontano dalla Chiesa piuttosto che noi che la bazzichiamo tutti i giorni.

Attenti quindi a non giudicare mai nessuno, a non etichettare le persone.

Quel fratello, quella sorella, che noi guardiamo con diffidenza, potrebbero essere molto piu’ vicini a Cristo rispetto a noi.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.