Il Vangelo, spesso, è semplice e disarmante. O tale lo fa apparire il Signore Gesù con le sue riflessioni mai scontate eppure mai aggressive o inopportune. Quindi, dice il Signore, se vuoi capire quanto il Vangelo abbia davvero influenzato la tua vita, guarda i frutti che produce il tuo albero.
E fai lo stesso con le altre persone: non bastano le parole per manifestare le anime, occorre vedere quanto quelle parole siano ancorate sulla roccia della Parola, quanto siano profondamente radicate in noi. Badate bene: non stiamo parlando di (impossibili) vite esemplari ma di percorsi di vita verso la pienezza. Se il Vangelo in te ha portato frutti di perdono (anche verso te stesso), di ascolto, di comprensione, di condivisione, di dono di te stesso allora, nonostante le inevitabili fatiche, le cadute, i ripensamenti, sei sulla strada giusta.
Se, invece, nonostante il tuo percorso, sei colmo di rabbia, di vittimismo, di violenza, di invidia, c’è ancora tanto lavoro da fare. Il semplice criterio che Gesù adotta, riconoscere un albero dai frutti che produce, ci permette anche di guardare alle altre persone con uno sguardo rinnovato. Quante volte nella quotidianità incrociamo belle persone, sincere, capaci di gesti di gentilezza e perdono.
Non sappiamo se siano discepoli del Signore, ma sappiamo che il loro cuore in qualche modo è toccato dalla feconda grazia di Dio. In questo modo la smettiamo di dividere il mondo in credenti e non credenti preferendo vedere i fecondi rispetto agli sterili. Per noi discepoli, dice il Signore, è essenziale scavare in profondità, meditare, pregare, contemplare.
Solo così scopriamo la volontà di Dio su di noi e facciamo della Parola il saldo fondamento delle nostre scelte. Solo così fondando la nostra casa sulla salda roccia del Vangelo portiamo frutti gustosi che altri possono assaporare. Non è un problema di coerenza ma di desiderio di autenticità per poter fiorire. Il mondo attorno a noi ha urgente bisogno di testimoni credibili e di innamorati di Dio.
FONTE: Amen – La Parola che salva
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 6,43-49
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