Ci viene da pensare: ma che male fanno quelli che sono ricchi, sazi, magari osannati e che godono di grande considerazione? Forse il rischio è quello di credere di bastare a sé stessi, di essere nettamente migliori degli altri e che niente ha valore senza di loro. Perché in realtà non c’è nulla di male nella ricchezza, se non diventa ossessione.
Non c’è nulla di male nella ricchezza se diventa condivisione generoso con chi ha meno, con chi non ha i mezzi per riscattare la proprio condizione sociale. La nostra rovina infatti è considerare la ricchezza, materiale, esperienziale, personale, di talenti, come un fine.
E’ così infatti che gli altri, Dio, e un po’ anche noi stessi, diventiamo merce, cose che trattiamo a nostro uso e consumo, cose di utilità, cose di cui servirsi e non di cui essere servitori. Eppure, anche Dio si è fatto povero, proprio per essere servitore, forse quindi è proprio questa la più grande ricchezza.
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