In questa 31.ma Domenica del Tempo ordinario il Vangelo ci propone il colloquio tra Gesù e uno scriba che chiede al Signore quale sia il primo di tutti i comandamenti. Gesù risponde:
«Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Lo scriba che interroga oggi Gesù ha buone intenzioni, e non cerca pretesto per polemiche: infatti nasce subito l’intesa fra i due e reciprocamente si incoraggiano. Certo la questione del principale precetto generava spesso polemiche: centinaia erano le prescrizioni e i divieti che nel tempo si erano andati evidenziando nel commento alle dieci grandi parole del Signore. Matteo infatti ricorda (Mt 22,34-40): come la domanda fosse trabocchetto per incastrare Gesù. Nella risposta Gesù unisce due citazioni: la prima dallo “shemah” recitativo – cioè la preghiera – e la seconda dal codice di santità del Levitico. L’amore assoluto e radicale per il Signore – mettendo in gioco cuore, anima, mente, volontà – non può essere disgiunto dall’amore senza misure né mediocrità per chi è stato creato ad immagine del Signore. E certamente dal primo amore, verso Dio, deriva anche la forza e la grazia per amare e accogliere il prossimo: non si tratta di una posizione di rendita, ma della prova che la fede è autentica quando si allarga a rapporti fraterni. Una risposta geniale quella di Gesù a cui si associa con convinzione anche lo scriba, ripetendo quasi alla lettera la stessa affermazione. Dio non ruba il cuore, aiuta ad allargarlo e donarlo.
Fonte: RadioVaticana