Questo passo del Vangelo ci presenta una ulteriore forte denuncia da parte di Gesù nei confronti del comportamento dei scribi e dei farisei. Questo mese di agosto abbiamo avuto numerosi brani su questo tema. Gesù paragona gli scribi e i farisei a “sepolcri imbiancati”, ossia a tombe che appaiono pulite e immacolate all’esterno, ma che all’interno sono piene di decomposizione e impurità. Questa immagine visualmente potente sottolinea come essi si preoccupino principalmente dell’apparenza esteriore e della loro reputazione davanti agli altri, trascurando la vera conversione del cuore.
Gli scribi e i farisei costruiscono le tombe dei profeti e adornano i sepolcri dei giusti, cercando di apparire come devoti e rispettosi della tradizione religiosa. Gesù li accusa di essere nella stessa linea dei loro antenati perché i loro gesti dimostrano di non accogliere il messaggio di verità e giustizia portato dai profeti.
Questo brano del Vangelo ci invita a riflettere sulla nostra profonda autenticità nella fede. Siamo chiamati a guardare oltre l’apparenza esteriore; a giurare sul tempio e non sull’oro del tempio, abbiamo riflettuto qualche giorno fa. Dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di una vera conversione interiore e di una fede vissuta con sincerità, umiltà e giustizia.
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La denuncia di Gesù agli scribi e ai farisei ci mette in guardia dall’esser corrotti dall’ipocrisia e dal formalismo religioso, spingendoci a vivere una fede autentica che si manifesta nella coerenza tra ciò che professiamo e ciò che facciamo. La sfida per noi è quella di essere veri testimoni del Vangelo, non solo di parole, ma anche di azioni che riflettano l’amore e la giustizia di Dio.
Per riflettere
Quando è stata l’ultima volta che sono stato un sepolcro imbiancato? In cui ho agito più votato all’esteriorità che all’interiorità? Quanto amore ho messo nella mia vita quotidiana contro una vanità religiosa tesa solo all’esteriore?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi