don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 29 Agosto 2023

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La morte cruenta di Giovanni Battista è il cuore del Vangelo di oggi. In realtà leggiamo questo racconto perché la liturgia odierna ci fa ricordare proprio il martirio del Battista. Basterebbe solo pensare a questa morte per lasciarsi evangelizzare, ma vorrei che ponessimo la nostra attenzione sull’atteggiamento strano che Erode ha nei suoi confronti:

“Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”.

Un uomo come Erode sente fascino nei confronti di un uomo come Giovanni. Tutta la buona notizia nel Vangelo sembra quindi concentrarsi su questo dettaglio apparentemente secondario: puoi essere Erode ma non puoi restare indifferente alla Verità e a chi la dice. Ciò sta a significare che nonostante le scelte sbagliate, i vissuti contradditori, e la convinzione di essere più furbi degli altri, rimaniamo comunque sensibili a ciò che è oggettivamente vero.

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Sappiamo che alla fine questo non salverà la vita di Giovanni ma ci dice che nessuno può dirsi immune al lavorio della propria coscienza. Possiamo agire contro di essa o a favore, certamente però non possiamo dire di non averne una. E proprio per questo Erode è infinitamente responsabile di quello che fa, e con lui ognuno di noi.

Non possiamo continuare a dare la colpa a tutti i condizionamenti di cui è fatta la nostra vita, ma ognuno di noi deve ammettere che ha una coscienza e che al di là di tutto essa ci dice qualcosa. Dobbiamo decidere però cosa farne di ciò che ci dice.

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Il martirio di San Giovanni Battista non è una festa come le altre. Per qualcuno potrà essere un’occasione come un’altra per mettere in scena qualche buona sagra di paese, con magari l’aggiunta di una processione con banda. Ma sarebbe bello se ci fermassimo un’istante a dirci ad alta voce: “si può far festa in un giorno in cui si fa memoria di un morto ammazzato?”. Il cristianesimo ci ha abituati a guardare con occhi diversi il martirio fino a quasi dimenticarci quanto possa essere paradossale mettere la parola festa accanto a un omicidio violento. Eppure è una festa, e lo è perché quando capitano certe tragedie ci sembra che i vincitori siano gli uccisori e i vinti gli uccisi, ma con il tempo ci si accorge che i veri vincitori sono quelli che sembra abbiano perso, e le vere vittime (di loro stessi innanzitutto) sono proprio gli assassini. Erode, Erodiade, Salomè che fine avranno fatto? Saranno stati poi davvero felici dopo la morte del Battista? […] Continua a leggere qui.


✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mc 6,17-29

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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