Questo è il racconto più controverso del Vangelo, non nel senso che sia il più difficile da comprendere, ma è quello che suscita nelle persone un senso di rifiuto. Le persone dicono che Dio si comporta in modo ingiusto, perché non è giusto dare a chi ha lavorato un’ora soltanto la stessa paga di chi ha lavorato l’intera giornata.
Ma io credo che, se per un attimo mettiamo da parte le nostre rivendicazioni sindacali, possiamo guardare al Vangelo per cercare di capire il messaggio che vuole veicolarci, senza soffermarci su questioni sociali che non sono l’argomento di questa parabola. Innanzitutto, deve essere chiaro che è una parabola, non è la descrizione di come devono andare le cose nel mondo, ma è una storiella dalla quale possiamo imparare qualcosa a riguardo della fede.
La prima cosa da considerare è che dopo la vita terrena non ci sono dieci paradisi, a partire dal paradiso più bruttino per quelli più scarsi fino a quello più bello per i super santi, non è così, c’è un unico paradiso, per questo la paga è uguale per tutti. O ci entri o non ci entri, ma se entri nella vita eterna, non ha più importanza se ti sei convertito da piccolo o da anziano, l’importante è che ci sei entrato.
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Il secondo punto è che noi non dobbiamo essere invidiosi della sorte degli altri, se Dio desidera donare la vita eterna anche ad una persona che tu non ritieni degna, non metterti a giudicare Dio, perché è lui il giudice, tu accontentati del fatto che è stato misericordioso con te. E come dice Dio stesso: non posso fare delle mie cose quello che voglio?
Fonte: il canale YOUTUBE di ☩ fra Stefano