Tutti uguali davanti alla legge โฆ dellโAmore
Mercoledรฌ della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dal libro dei Giudici Gdc 9,6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, รจ vostro re.
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimรจlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andรฒ a porsi sulla sommitร del monte Garizรฌm e, alzando la voce, gridรฒ: ยซAscoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterร voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero allโulivo:
โRegna su di noiโ.
Rispose loro lโulivo:
โRinuncerรฒ al mio olio,
grazie al quale
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si onorano dรจi e uomini,
e andrรฒ a librarmi sugli alberi?โ.
Dissero gli alberi al fico:
โVieni tu, regna su di noiโ.
Rispose loro il fico:
โRinuncerรฒ alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrรฒ a librarmi sugli alberi?โ.
Dissero gli alberi alla vite:
โVieni tu, regna su di noiโ.
Rispose loro la vite:
โRinuncerรฒ al mio mosto,
che allieta dรจi e uomini,
e andrรฒ a librarmi sugli alberi?โ.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
โVieni tu, regna su di noiโ.
Rispose il rovo agli alberi:
โSe davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libanoโยป.
Lโautoritร e il potere
La parabola, dalle immagini fiabesche, vuole mettere in evidenza la cecitร degli Israeliti che rinnegano la Signoria di Dio per barattare la propria libertร con una parvenza di stabilitร politica ed economica la cui speranza รจ riposta nelle mani degli uomini. Non si puรฒ esercitare lโautoritร che sia veramente per il bene comune senza perdere qualcosa di sรฉ, senza sacrificare ciรฒ a cui si รจ attaccato il cuore.
Il peccato dโIsraele consiste nel rinnegamento di Dio e nel rifugiarsi in sicurezze umane ingannatrici. Si confonde lโautoritร con il potere. Essi coincidono solo nella misura in cui sono a servizio del bene comune e non della propria vanagloria. La libertร e la felicitร si giocano sulle scelte compiute che radicano la vita sulle sabbie mobili dellโaviditร e dellโattaccamento alle ricchezze o sulla roccia dellโamore di Dio che educa a fare il bene compiendo opere di giustizia e di misericordia.
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 20,1-16
Sei invidioso perchรฉ io sono buono?
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซIl regno dei cieli รจ simile a un padrone di casa che uscรฌ allโalba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordรฒ con loro per un denaro al giorno e li mandรฒ nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: โAndate anche voi nella vigna; quello che รจ giusto ve lo darรฒโ. Ed essi andarono. Uscรฌ di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lรฌ e disse loro: โPerchรฉ ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?โ. Gli risposero: โPerchรฉ nessuno ci ha presi a giornataโ. Ed egli disse loro: โAndate anche voi nella vignaโ.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: โChiama i lavoratori e daโ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primiโ. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di piรน. Ma anchโessi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, perรฒ, mormoravano contro il padrone dicendo: โQuesti ultimi hanno lavorato unโora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldoโ.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: โAmico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a questโultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ.
Cosรฌ gli ultimi saranno primi e i primi, ultimiยป.
Tutti uguali davanti alla legge โฆ dellโAmore
Quanto mutevole รจ il nostro modo di vedere la realtร e di interpretarla lo dimostra questa parabola nella quale da una parte cโรจ il padrone di una vigna che esce piรน volte lungo tutto lโarco della giornata per chiamare operai a lavorare nella sua vigna e dallโaltra i lavoratori. Nel racconto avvengono due cose strane. La prima รจ il fatto che il padrone chiama a tutte le ore. Chiama fino alla fine e coinvolge tutti, anche chi รจ stato scartato dagli altri.
La seconda รจ il modo con il quale paga la giornata di lavoro dimostrando che per lui non conta quanto ha lavorato un operaio ma che abbia accettato di servirlo. Questi due particolari rivelano la logica di Dio, lโunico buono, come Gesรน aveva detto al giovane ricco. Dio ragiona secondo una logica che mette al centro la persona e non il Suo interesse perchรฉ ciรฒ che gli sta a cuore non รจ il guadagno personale ma la nostra felicitร che passa attraverso la soddisfazione dei bisogni piรน profondi.
La ricompensa che il padrone offre agli operai รจ un insegnamento che, se colto, diventa un tesoro grandioso che supera le aspettative. Dio non fa torto a nessuno perchรฉ non cambia idea rispetto allโuomo. Egli lo ama a prescindere dai suoi meriti e continuamente lo chiama a servirlo. Se lo sguardo di Dio, che non guarda i meriti o le colpe, ma il bisogno dei suoi figli, non muta, assistiamo invece al cambiamento di faccia degli operai, quelli della prima ora che hanno affrontato la fatica della giornata non con spirito di gratitudine per essere stati chiamati, ma con la speranza legata alla ricompensa pattuita.
Poi, vedendo che gli ultimi venivano pagati per primi, hanno immaginato di dover meritare di piรน di quanto pattuito. Quello che fa arrabbiare gli operai della prima ora รจ lโinvidia che deforma la realtร . Per cui gli altri operai non sono visti come fratelli destinatari della comune ereditร , ma con disprezzo perchรฉ paragonati a loro.
Ciรฒ che indigna รจ lโessere trattati alla stessa stregua di quelli che sono considerati i meno meritevoli. Lโinvidia prende il posto lasciato dalla gratitudine e la mormorazione quello abbandonato dalla preghiera. Ma quando facciamo tesoro della compassione ricevuta e lodiamo il Signore per la misericordia che ci ha usato ci appare chiaro che siamo tutti uguali davanti alla legge โฆ dellโAmore.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per lโevangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte โ il blog di don Pasquale โTu hai Parole di vita eternaโ