Possiamo schematizzare questo passaggio del Vangelo come un dialogo tra diverse visioni: quella del Signore, quella dei Discepoli e quella della donna Cananèa.
La donna ci comunica subito il senso dell’impotenza verso la malattia della propria figlia, l’impossibilità di vederla guarita e la inevitabile disperazione. Per lei il Signore, figlio di Davide, è la sola soluzione che intravede, sapendo che anche una sola briciola caduta dalla sua mensa potrà salvarla.
I discepoli, invece, non vedono questa disperazione, ma vedono la sua insistenza nel seguirli gridando. Solo per questo chiedono al Signore di intervenire. Rappresentano noi uomini che diamo importanza solo a chi grida indipendentemente da cosa dice.
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Il Signore, invece, rispondendo ai discepoli che chiedono di intervenire, afferma che non è venuto per coloro che gridano, ma solo per le pecore smarrite che, se hanno vera fede nel profondo del cuore, potranno essere salvate. Gesù non ascolta quando grida, ma ascolta quando la donna dimostra la sua fede. Solo allora salva lei e sua figlia.
Sembra un dialogo tra sordi. Ma se ci pensiamo bene in altri brani il Signore ascolta non chi grida ma chi lo “cerca” col cuore. La donna ammalata (Mc 5, 25–34) che gli sfiora la veste non si accalca nel grande trambusto, non grida, non urla, non spinge; gli basta solo appoggiare la sua mano sulla tunica del Signore per esserne guarita. Queste due donne sono salvate dalla loro fede, non dai proclami o dalle parole. Ecco l’atteggiamento che attira il Signore: mettersi sul bordo della mensa ad aspettare che le briciole cadano nella silenziosa convinzione che cadranno in abbondanza.
Quante volte noi facciamo solo vedere la nostra fede, la acclamiamo? Quante volte seguiamo il Cristo gridando per farci ascoltare e sperando che ci sia un discepolo che ci ascolti e che ci osservi? Ma questo non sarà visto dal Signore, lui guarderà dentro: nel silenzio del nostro cuore dove potrà trovare e scoprire la nostra vera fede. Questo brano ci invita quotidianamente ad avere un contatto intimo con il Signore solo attraverso il quale egli può penetrare la nostra fede e farci la grazia della salvezza.
Per riflettere
Siamo come i farisei che vogliono il primo posto al banchetto o siamo come coloro che aspettano che anche una sola briciola cada dalla mensa sicuri che ci salverà la vita? Gridiamo in mezzo al trambusto per farci vedere discepoli agli occhi di tutti fratelli o ci basta, nel silenzio, toccargli la veste?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi