Signore salvami! Quante volte lo ripeto durante la mia vita? E quante volte vengo salvato? Signore, aiutami per questo o quel problema…aiutami a risolvere questa o quella situazione…aiutami perché sto male o è malato un mio caro. Quante volte mi è successo di rivolgermi al Signore con queste richieste? …sono stato o meno esaudito?
La pagina del Vangelo di oggi, mi mette in imbarazzo. Pare quasi che Gesù sia avvezzo a “curare” solo il popolo eletto. Lo sentiamo rivolgersi in modo brusco nei confronti di una donna Cananea (quindi esplicitamente appartenente ad un popolo ostile ad Israele) la quale chiedeva aiuto non per lei ma per figlia. «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Che rispostaccia! Se mi fossi trovato nei panni della Cananea come avrei reagito difronte alla dura reazione di quello che ritenevo essere la risoluzione del mio problema? Certamente, avrei detto …”ma chi crede di essere?” e me ne sarei andato. La storia continua e non sto qui a ripetervela, abbiamo visto quello che i Discepoli dicono a Gesù, ciò che Lui risponde loro e quello che dice infine la Cananea.
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E dopo tutto il racconto, cosa rimane da imparare? Dobbiamo capire in primo luogo che Gesù Cristo è venuto a salvare tutti. Secondo: anche i salvati devono cercare di aiutare chi ancora non è salvato. Terzo: quel che ci salva è essenzialmente la nostra fede. Mi ha colpito l’appellativo della donna verso Gesù: “figlio di Davide” …forse non sapeva cosa o chi fosse il figlio di Davide.
Quando abbiamo necessità di qualcosa e ne vediamo la soluzione a portata di mano, non ci interessa chi abbiamo davanti e lo appelliamo in qualsiasi modo purché ci dia retta. Gesù lo sa bene e la sua risposta non è “cattiva” come ci viene da pensare, ma è realistica. Potremo parafrasarla e dire “mi riconosci solo quando hai bisogno?
Tempo fa’ mi è capitato di dire ad una persona lontana di Dio mille miglia, alla quale era capitato un dramma enorme, di avere una fede “cerotto” perché in quel frangente aveva iniziato ad invocare Dio affinché l’aiutasse. Ho dovuto ricredermi perché quel problema la persona non l’ha risolto, anzi si è evoluto nel peggiore dei modi; invece, la sua fede in Dio si è rafforzata e non si è staccata come quel cerotto al quale mi riferivo prima.
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Gli sono bastate poche briciole per sfamare la sua fame di Dio! A me “salvato” (o che credo di esserlo) alle volte non basta la tavola imbandita per essere sazio della Parola che può incitarmi a salvare gli altri. L‘abitudine e la certezza di essere già dalla parte giusta mi fanno dimenticare quel che dice Paolo nella seconda lettura di oggi: “Dio, infatti, ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!”
Mt 15, 21-28 | Fabrizio Giannini 36 kb 3 downloads
Diciannovesima domenica del tempo ordinario – 20 agosto 2023 …Chi è Fabrizio Giannini-Diacono
Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.
Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay