La fede di queste donne sconosciute e insignificanti per tanti potenti di quel tempo è meravigliosa, e persino il futuro Battista nel grembo della madre già riconosce Maria e Gesù. Ecco cosa cambia davvero il mondo: collaborare al piano d’amore infinito per tutti di Dio non operando cose da energumeni ma semplicemente cercando di accogliere la luce che Dio manda con delicatezza, a misura, gradualmente, per ciascuno. Ecco il canto del Magnificat tra tanti significati ha questo: lo sguardo profondo sulla storia.
Ma qui vorrei soffermarmi sulle parole di Elisabetta che sono parte della preghiera dell’Ave Maria. Insieme al Padre nostro una preghiera evangelica, biblica e per questo meravigliosa e fresca, sempre nuova, ancora oggi. Tante preghiere composte dagli uomini risentono del graduale cammino nella storia: pur belle manifestano però anche in varia misura rigidità e/o cupezze e/o pesantezze e via discorrendo.
Non sono Ave Maria e Padre nostro le preghiere più belle? E qui osservo che talora si prega Dio e poi alla fine si aggiunge una preghiera a Maria. Io preferisco prima pregare Maria e poi con lei, portato da lei, in comunione con tutti i cuori aperti a Dio, pregare Dio. Anche qui osservo che questo mi pare il percorso biblico, evangelico. Ave Maria e Padre nostro si possono definire forse anche insieme le due preghiere fontali, paradigmatiche, certo appunto nella Parola e nell’eucarestia.
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Possiamo osservare che sulla croce è come se Gesù ci abbia fatto dire un’Ave Maria e dunque forse lui stesso la considera propedeutica al Padre nostro.
don Giampaolo Centofanti – Fonte