Domenica scorsa abbiamo celebrato la Festa della Trasfigurazione di Gesรน che ci ha permesso di gustare la gioia dei tre Apostoli nel contemplare la gloria del Signore, tanto da poter dire anche noi: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui!ยป (cfr Mt 17,1-9). Unโesperienza, dicevamo, che getta un raggio di luce e di speranza di fronte alle croci/fatiche/sofferenze che incontriamo nella vita e che trovano tutte la loro chiave di lettura nella Croce di Gesรน, tanto che i cristiani celebrano, il 14 settembre, la Festa dellโEsaltazione della Santa Croce (cfr 40 giorni dopo il 6 agosto). Per noi, scrive san Paolo, se ยซCristo crocifisso รจ scandalo per i Giudei e stoltezza per i paganiโฆper noi Cristo รจ potenza di Dio e sapienza di Dioยป (1Cor 1,23-34). Ecco perchรฉ ci vantiamo di Gesรน Crocifisso e in Lui troviamo la ragione della nostra fede, perchรฉ nella sua Croce ogni nostra croce trova uno spiraglio di speranza. Ogni nostra croce trovaโฆ trasfigurazione.
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Oggi riprendiamo il cammino lasciato quindici giorni fa. Due domeniche or sono, nella XVII domenica del T.O., abbiamo meditato la parabola del tesoro nel campo e della perla preziosa (cap 13,44-50); nella XVIII domenica (liturgia che noi abbiamo omesso per la coincidenza della festa della Trasfigurazione) il vangelo proponeva il brano della moltiplicazione dei pani, dove Gesรน sfama piรน di cinquemila uomini con soli ยซcinque pani e due pesciยป (cfr Mt 14,13-21).
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Il miracolo richiama lโesperienza dellโEsodo (cfr Es 16): in entrambi cโรจ il deserto, dove il popolo cammina, dove sperimenta la fame e la mancanza di cibo, ma anche la provvidenza di Dio che nutre i suoi figli. Come un tempo, oggi Gesรน รจ capace a saziare la nostra fame sapendo prendere il ยซnostro pocoยป che siamo e che abbiamo e trasformarlo in quanto serve. Come si puรฒ notare dalle prime parole del testo, il vangelo prosegue proprio da questo punto.
vv. 22-23: ยซDopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesรน costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’al tra riva, finchรฉ non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salรฌ sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassรน, da solo.
Rimasto solo, Gesรน sale sul monte, in disparte, a pregare, e venuta la sera รจ ancora lร in preghiera solitaria. Montagna, solitudine e preghiera: sembra quasi un trittico. Lโevangelista desidera creare il contesto per aiutarci ad entrare in que sta esperienza di Gesรน. Un luogo lontano, in alto โ la montagna รจ sempre luogo dโincontro con Dio per il suo innalzarsi verso lโalto -; solitario, dove poter trovare silenzio e quiete e dialogare unicamente col Padre del cielo. Lโevangelista Giovanni, nel proporre nel suo vangelo la medesima esperienza, spiega il perchรฉ della fuga sul monte: ยซGesรน, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ sul monte, lui da soloยป (Gv 6,15).
Gesรน non si lascia prendere dallโentusiasmo, dal successo, dalle cose esaltanti del mondo, ma si rifugia nel Padre suo, per non perdere di vista la missione che รจ venuto ad assolvere: la salvezza di tutti gli uomini. Questo incontro, questo dialogo chiede un suo spazio โ la montagna -; un suo contesto โ il silenzio -; e un cuore ardente, come quello di Gesรน verso il Padre suo e padre nostro. Elementi che ritroviamo anche nellโesperienza di Elia, descritta nella prima lettura: ยซโฆci fu un vento impetuosoโฆ ma il Signore non era nel ventoโฆ un terremoto, ma il Signore non era nel terremotoโฆ Il sussurro di una brezza leggera. Come lโudรฌ, Elia si coprรฌ il volto con il mantelloโฆยป. Nel vento leggero Dio parla a chi sa ascoltare.
Questa chiarezza, questa confidenza aiuterร Gesรน a ritirarsi in preghiera per chiedere al Padre lโaiuto necessario per affrontare la Croce. In un tempo in cui valiamo in base agli applausi, ai link, ai successi ottenuti, Gesรน insegna a tornare nel Padre, a fare memoria degli inizi, a ritrovare e ravvivare sempre la ragione che ha portato a scegliere e seguire il Signore: non il successo, ma semplicemente lo stare con Lui.
vv. 24-27: ยซLa barca intanto distava giร molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andรฒ verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: ยซร un fantasma!ยป e gridarono dalla paura. Ma subito Gesรน parlรฒ loro dicendo: ยซCoraggio, sono io, non abbiate paura!ยป.
Dopo gli elementi del deserto e della mancanza di cibo, questo testo ci presenta un altro tassello che richiama lโEsodo: il mare (Es 14); se nel testo dellโEsodo Dio aprรฌ il mare per mezzo di Mosรจ, qui Gesรน, il Figlio di Dio, cammina sopra il mare, cioรจ lo domina, dimostrando di essere il Signore (cfr Gen 1-2: Dio creรฒโฆ). Ma lo stupore รจ accompagnato anche da una osservazione superficiale, che porta a ritenere Gesรน ยซun fantasmaยป.
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Dettaglio che fa ricordare le riflessioni che abbiamo maturato nelle domeniche precedenti, quella del tesoro nascosto (due domeniche fa) e quella dei pochi pani apparentemente insufficienti per tanta gente, ma in realtร sufficienti (XVIII domenica): lโinvito ancora una volta รจ quello di andare oltre, in profonditร . Di non fermarsi alla prima sensazione o emozione, e imparare ad ascoltare la Parola, custodirla nel cuore, meditarla, per lasciarsi da essa rinnovare, come abbiamo ascoltato domenica scorsa nella festa della Trasfigurazione: ยซQuesti รจ il mio Figlioโฆ Ascoltateloยป. ร lโascolto, รจ il credere nelle sue parole che fa sรฌ che la paura cessi e lasci spazio allo stupore, alla fiducia: โSono Ioโ!
vv. 28-32: ยซPietro allora gli rispose: ยซSignore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acqueยป. Ed egli disse: ยซVieni!ยป. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andรฒ verso Gesรน. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurรฌ e, cominciando ad affondare, gridรฒ: ยซSignore, salvami!ยป. E subito Gesรน tese la mano, lo afferrรฒ e gli disse: ยซUomo di poca fede, perchรฉ hai dubitato?ยป. Appena saliti sulla barca, il vento cessรฒ. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: ยซDavvero tu sei Figlio di Dio!ยป.
Pietro, meravigliato nel vedere Gesรน camminare sulle acque, chiede di poter fare altrettanto. Eโ sempre lui a prendere lโiniziativa: domenica scorsa chiese di poter fare tre tende, ora di camminare lรฌ dove umanamente non รจ possibile โฆ Questo suo prendere iniziativa svela il suo carattere. Gesรน comunque invita Pietro a camminare, cioรจ a partecipare del suo stesso potere. Ma se allโinizio Pietro ยซobbedisceยป e quindi riesce nel suo intento, non appena ritiene che tutto di penda dalla sua bravuraโฆrischia di affogare. Lโiniziale forza di Pietro sta nellโobbedienza alla Parola di Gesรน, nel dialogo con Lui, nel suo tenere fisso lo sguardo in Lui, il Signore. ร la fede. Il mare richiama lโesperienza della vita, fatta talvolta di momenti tranquilli e di altri burrascosi. Non si puรฒ pensare di eliminare la burrasca, come non si puรฒ eliminare la zizzania (cfr, XVI domenica, Mt 13,24ss).
Tutto diventa possibile se lโorecchio si fa attento: ยซSignoreโฆ ogni mattina fa attento il mio orecchio, perchรฉ io ascolti come i discepoliยป (Is 50,4). Nel momento che non ascolto, sarร inevitabile cadere, affogare tra le onde dei mille problemi che la vita presenta. Non dobbiamo perรฒ dimenticare che la fede non รจ assenza di problemi e paure, ma capacitร sempre nuova di reagire. Pietro, di fronte alla sua paura, grida verso Gesรน: ยซSignore, salvamiยป. E Gesรน stende la mano. Lo afferra, rimproverandolo per il venir meno della sua fede.
La barca dei discepoli, cosรฌ come la barca della nostra vita โ come la barca delle nostre famiglie, della Chiesa, della societร – รจ spesso sbattuta dalle onde del male, delle fragilitร , delle fatiche, delle lotte, delle crisi, delle contrarietร e delle contraddizioniโฆ Venti contrari e tempeste che incrociano spesso la nostra traiettoria. E talvolta, anche per noi, la barca della vita si riempie dโacqua quasi fino a capovolgersi, tanto carica รจ di problemi e fatiche, ancor piรน in questo tempo di incertezza e conflittualitร .
Il vero problema perรฒ non sta nella tempesta, ma nella paura dovuta al fatto di essersi creduti autosufficienti, di credere di poterci salvare da soli; di credere che il Signore รจ lontano quando invece Lui รจ e rimane il Signore del cielo, della terra, del mare. Gesรน รจ il Signore, รจ ยซIo sonoยป, cioรจ il Nome di Dio rivelato a Mosรจ (cfr Es 3,14). Colui che sembra assente รจ invece presente: Gesรน รจ lโEmmanuele, il Dio con noi che mai ci abbandona, anche quando dorme sulla barca (cfr Mc 4,37, Mt 8,24). Nella vita resteremo a galla nella misura in cui terremo gli occhi su Gesรน; nella misura in cui comprenderemo che senza di Lui nulla รจ possibile. Tanto che san Bernardo, pur di sentirsi afferrato dal Signore, dirร : O desiderabile, beata debolezza! (Discorsi sul Cantico dei cantici 25,7).
Perchรฉ proprio nella debolezza ci sentiamo ancor piรน afferrati dal Signore, il quale ci prende e non ci molla! E anche la debolezza ci aiuterร a crescere, a maturare. Gesรน, il Signore, รจ veramente il Figlio di Dio, esclameranno tutti i discepoli una volta che Gesรน sale sulla barca. Ecco la grazia da chiedere oggi: non avere paura della nostra fragilitร e debolezza, ma in questa, aggrapparci al Signore invocandoLo con fiducia: ยซSignore, salvami!ยป. Se ripensiamo allโesperienza di Elia, prima che io possa gridare al Signore la mia paura, Lui รจ giร in cerca di me, ma spetta a me riconoscerLo, sapendo che Lui non รจ nelle cose eclatanti, Lui รจ nel ยซvento leggeroยป, perchรฉ Gesรน non si impone con la forza dellโuragano, ma si propone nel vento leggero che per essere riconosciuto chiede solitudine, silenzio, ascolto.
Lc 1, 39-56 | don Andrea Vena 70 kb 42 downloads
Solennitร dellโAssunzione della beata Vergine Maria, anno A (15 agosto 2023) Ap…Il commento al Vangelo di domenica 15 agosto 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.