mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 6 Agosto 2023

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Trasfigurazione del Signore

All’inizio del mese di agosto, all’inizio della novena di preparazione alla festa della Pasqua di Maria la chiesa ci propone la trasfigurazione del Signore invitandoci a salire sul Tabor col maestro per riconoscere il suo vero volto e contemplare il volto del Padre in colui “in cui è tutto il Suo Amore” e, nella speranza, il nostro vero volto perchè il Padre “ci ha voluti ad immagine del Figlio suo”. Gesù rivestito dell’Amore del Padre è anche rivestito della gloria di Dio, questa stessa gloria che aveva presso Padre da prima della creazione del mondo, dirà Lui stesso , prima di entrare nella sua passione. (Gv 17,5).

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Una gloria che i discepoli non avrebbero potuto sopportare, li averbbe accecati, ma avrebbe tra l’altro impedito di percorrere a Gesù il percorso pasquale che stava per intraprendere. “Se lo avessero conosciuto, dirà San Paolo parlando dei suoi crocifissori, non avrebbero mai messo in croce il Signore della Gloria. Questa luce e questa gloria Gesù le ha sempre nascoste agli occhi dei discepoli, aspettando il mattino di Pasqua. Ma lascia loro intravedere una piccola luce sul Tabor e soltanto a tre discepoli scelti tra gli altri durante una pausa del cammino verso Gerusalemme. Tre discepoli sconvolti e presi da paura da non sapere più che cosa dire. Pietro soprattutto che non può trattenersi da prendere la parola e che non comprendono cosa voglio dire “risuscitare dai morti”. Più tardi comprenderanno il senso della Parole che hanno udito dalla bocca del Padre “Ecco mio Figlio diletto”.

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Si tratta di una storia di amore, la più appassionante e anche la più tragica Si tratta di un Padre che ama talmente che non ha voluto risparmiare suo Figlio amato ma che l’ha offerto per loro. San Paolo potrà allora intonare un inno magnifico all’amore. “Come con Cristo non ci darà ogni cosa? Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione, l’angoscia, la persecuzione….. Ma in tutto questo siamo più che vincitori per Colui che ci ha amati. Con la sicurezza che ne morte ne vita,… ne presente ne avvenire ne alcuna creatura potrà separarci dall’amore di Dio che si è manifestato in Cristo Gesù Nostro Signore”. Qualsiasi sia il nostra commino Pasquale, i nostri deserti, le nostre tentazioni, talvolta anche i nostri Tabor basterà dimorare nel suo amore.

In tutte le chiese orientali nel catino dell’abside è rappresentata la Trasfigurazione del Signore e la prima icona che deve realizzare il giovane iconografo è proprio quella della trasfigurazione. Anche nella Basilica di San Pietro in Roma era stato commissionato al Bernini di mettere al centro della sua “Gloria” non certo una vetrata con la Colomba ma la figura del Cristo trasfigurato, cosa che non fu realizzata per mancanza di mezzi da parte dei canonici. Questa centralità derlla trasfigurazione ci dice che deve essere l’immagine a cui ogni cristiano deve guardare per ispirarsi e trasfigurarsi come il Suo Signore.

Il fulgore della luce che rendeva irresisistibile allo sguardo degli apostoli l’immagine di Gesù non era una luce che veniva dall’esterno, come un raggio che illuminava Mosè quando discese dal Sinai ma scaturiva dalla sua vita interiore di unione col Padre. Quella stessa vita ci è concessa anche a noi col Battesimo “non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi?” e attraverso di noi il fuoco vuol incendiare il mondo “sono venuto a portare il fuoco sulla terra e cosa desidero se non che si accenda?” Questo fuoco non è certamente quello dei piromani ma quello che è nel cuore degli amici di Cristo che vuole illuminare.

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L’esperienza della trasfigurazione è la traccia per render luminoso il fuoco che ci abita. Gesù ci insegna che per trasfigurarci bisogna “salire sul monte” E necessaria una vita cristiana fatta anche di ascesi, di impegno per separarci dalla pianura dello squallore del mondo. E’ necessario metterci in preghiera. La preghiera insieme all’impegno è trasformante, ci rende simili a Cristo. San Bernardo dice che mentre preghiamo lo Spirito Santo trasforma il nostro volto ad immagine di Cristo. Bellissimo questo lifing spirituale. È nella preghiera che si ascolta la voce del Padre che si manifesta e ci rivela suoi figli. Così la preghiera è trasformante, anzi manifestante della vera realtà cristiana : siamo abitati da Dio.

Questa trasformazione è la vera cura di bellezza. La bellezza dell’uomo e della donna non è come quella del cavallo o del cane che consiste nell’equilibrio delle misure dei vari organi ma dalla vita spirituale che la persona lascia trasparire. Soltanto questa è la bellezza della persona che addirittura aumenta con l’età e con svanisce col passare degli anni. E’ un fenomeno che si rende evidente nei santi che anche in un corpo provato dagli anni e dalla fatica promanano una bellezza che li rende straordinariamente belli, è la bellezza della vita di Dio presente in una persona…