Trasfigurazione: azione nello spettro del divenire. Trasfigurazione: azione che comporta un attraversamento, da una “figura” di sé ad un’altra. Fu trasfigurato: verbo di modo passivo. Gesù sul monte “viene trasfigurato” per l’azione del Padre. Gesù non decide di trasfigurarsi, né lo sceglie. La Trasfigurazione è passività.
Gesù che si trasfigura non muta, rimane chi è, ma un velo cade e viene visto in una versione di sé più profonda, essenziale, primaria, vitale, sfrondata. La trasparenza di Gesù diviene luce per i discepoli, che possono esclamare: «È bello per noi stare qui».
Per Pietro, Giacomo e Giovanni le parole della persona di Gesù, che in semplicità raccoglie tutta la storia della Salvezza, divengono la Parola da ascoltare, perché tutto di Gesù parla. Tutto di Lui invita all’ascolto.
La Trasfigurazione non è un superpotere che impedirà a Gesù di morire, questo sarebbe ancora poco. La Trasfigurazione è piuttosto l’anticipazione della vita dopo la morte, è la rivelazione del Cristo Risorto. L’evento sul monte è per noi, non per lui. Gesù semina memorie buone nella mente e nel cuore dei discepoli, non per evitar loro il dolore della sua morte ma perché possano continuare il loro cammino di discepolato dopo la sua morte: essere ancor più discepoli, discepoli trasfigurati. Nella trasfigurazione del Signore sono contenuti i semi della nostra speranza, del nostro futuro, della nostra trasfigurazione: figli nel Figlio, trasfigurati nella Trasfigurazione.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato