Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 23 Luglio 2023 per bambini/ragazzi

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Senza troppo tergiversare dobbiamo ammetterlo: il male esiste, qualcuno lo genera volontariamente, qualcun altro lo subisce suo malgrado e altri ancora trovano il modo per sconfiggerlo… prima o poi. E in fondo seme buono e zizzania ci confermano tutto questo. Il male c’è e non è frutto del caso, esattamente come il bene. La zizzania sembra essere stata seminata proprio come il seme buono. Bene e male sono destinati a convivere.

Ma è questo il senso del mondo? Per quanto sia incoraggiante sapere che alla fine le cose sembrano volgere verso il bene, davvero il brano del Vangelo in questa sedicesima domenica punta a essere solo una pacca sulle spalle per non farci mollare di fronte al male che vediamo accadere sotto i nostri occhi o che sperimentiamo? Davvero possiamo ridurre il senso del mondo a una contrapposizione così netta? In realtà la contrapposizione è solo nella nostra testa, perché anzi il Gesù che racconta parla di un tempo in cui dividere, e forse anche distinguere, non è così facile. Alla fine dei tempi tutto sarà più netto, perché maturare è scegliere a cosa dare forza: se al bene o al male. Ma ora, in questa sorta di tempo intermedio, dove ogni più piccola scelta rafforza un nostro orientamento interiore nulla è ancora maturo e tutto deve essere vagliato, compreso, scelto.

Di fronte a noi continua a esserci il seminatore che sparge seme buono ovunque e non perde tempo, lo sparge in noi, lo sparge nel mondo attorno a noi. Seminatore che sparge e non abbandona, sparge e si prende cura, sparge e ha a cuore la buona riuscita del raccolto, sparge e vigila perché nulla possa impedire al seme buono di arrivare a giusta maturazione. 

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In fondo la pazienza del seminatore ha nella vita del suo seme l’unica vera motivazione. C’è una convinzione che muove la sua scelta: il seme buono ha tutte le possibilità per sopravvivere alla zizzania, per crescere nonostante la zizzania, per essere raccolto e dare vita, anche se invischiato con la zizzania. Seme buono e zizzania non sono due facce del nostro mondo, due possibilità in cui ognuno di noi può ritrovarsi.

Seme buono e zizzania vivono in noi, si alternano in noi e sono noi; e alimentiamo l’uno o l’altra con le scelte che compiamo, con la posizione che nel mondo decidiamo di occupare. Ma una cosa è certa: in tutto questo crescere, colui che ha seminato non smette di occuparsi e preoccuparsi per il suo seme buono. Avanti allora, perché nel regno dei cieli, di cui siamo parte, anche se bene e male convivono, il bene ha una marcia in più. Perché? Perché il bene ha prospettive, il bene è paziente, il bene semina l’invisibile per vedere l’incredibile: il granello di senape diventa un albero rigoglioso e sicuro, il lievito fa fermentare una massa. Tutto, nel regno dei cieli, accade oltre ogni attesa.

Il male vuole raccogliere subito, strappare; il bene sa attendere, curare, pazientare, raccogliere. Usciamo dal cuore di Dio come seme buono, ma è nella libertà della coscienza che decidiamo se restare, se ritornare, se ricominciare a essere frutto buono, riparo sicuro, cibo che nutre. È questo il Regno: una casa di libertà, di scelte consapevoli, di vite amate e per questo amanti.

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FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

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