Continuiamo il nostro cammino alla Scuola della Liturgia. Potrรฒ sembrare ripetitivo, ma richiamare i temi delle domeniche precedenti mi e ci aiuta a tener presente che stiamo percorrendo un cammino lungo e che, di domenica in domenica, di tappa in tappa, il Signore sostiene il nostro impegno, raddrizza i nostri passi, rincuora i nostri cuori. NellโXI domenica/tappa del cammino (18 giugno) siamo stati coinvolti nella missione di coltivare compassione per le folle affamate; nella XII domenica (25 giugno) abbiamo compreso che Gesรน sa della nostra fatica e della nostra paura nellโassumere la missione e cโinvita a non temere; questa fiducia in Lui ci porta cosรฌ ad accogliere il Signore โ e chi per Lui โ come Ospite gradito, disposti a mettere a soqquadro la casa della nostra vita (XIII domenica, 2 luglio); custodendo il Signore e la Sua Parola nel nostro cuore impareremo a vedere il bello che cโรจ in ogni attimo della vita (XIV domenica, 9 luglio).
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A partire dalla XV domenica stiamo ascoltando gli insegnamenti in parabole di Gesรน (tutto il capitolo 13 di Matteo): il seminatore che getta il seme โ la Parola โ su ogni terreno (XV domenica, 16 luglio), oggi il grano e la zizzania (XVI domenica), domenica prossima la parabola del tesoro nascosto (XVII domenica). Eโ il modo scelto dal Signore per educarci a scoprire i messaggi nascosti dentro gli avvenimenti della vita.
Come ormai sappiamo, il testo del vangelo viene preparato dallโascolto della I lettura, oggi tratta dal libro della Sapienza: ยซNon cโรจ nulla fuori di te, che abbia cura di tutte le coseโฆ il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tuttiโฆPadrone della forza, tu giudichi con mitezzaโฆ ci governi con molta indulgenzaโฆCon tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il modo giusto deve amare gli uomini e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimentoยป. Il testo della Sapienza mira a sintonizzarci con lโagire di Dio, col suo cuore mite, paziente e misericordioso, per imitarLo nel nostro agire e, con le parole del salmista, renderGli grazie nella preghiera: ยซTu sei buono,
Signore, e perdoni, sei pieno di misericordiaโฆ Sei lento allโira e ricco di amoreยป (dal salmo). Il testo del vangelo che ascolteremo รจ composto da tre parabole unite tra loro da una parola: tempo. Ci vuole ยซtempoยป per distinguere il grano dalla zizzania (24-30); ci vuole tempo per vedere il granello di senape diventare la pianta piรน grande di tutte (31-32); ci vuole tempo per far lievitare la pasta (33). Potremmo dire che ยซci vuole tempoยป per diventare ciรฒ che si รจ, perchรฉ si sveli fino in fondo ciรฒ per cui siamo stati chiamati e mandati. Se ora ripensiamo alle domeniche precedenti, il Signore ci ha chiamati e mandati (XV domenica) ma per capirne fino in fondo il perchรฉ, ยซci vuole tempoยป. Ed รจ un tempo, ci ricorda il testo della Sapienza, che chiede di essere impastato di pazienza, di fiducia, di misericordia. vv. 24-28: ยซEspose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminรฒ della zizzania in mezzo al grano e se ne andรฒ. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntรฒ anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: โSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?โ. Ed egli rispose loro: โUn nemico ha fatto questo!โยป.
Il brano precedente ci ha presentato il Seminatore che gettava il seme anche in un terreno pieno di spine (Mt 13,7: ยซUnโaltra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Nel testo odierno, il seme cade in un terreno buono, ed รจ il nemico invece che, ยซmentre tutti dormivanoยป, quindi di notte, vi semina la zizzania: un agire nascosto, che non vuole svelarsi, che quasi si vergogna di se stesso: ยซopere delle tenebreยป (cfr Rm 13,11-14). Di fatto รจ unโazione malvagia, con lโunico obiettivo di danneggiare il padrone del campo. Eโ interessante la reazione dei servi i quali, per prima cosa, so
spettano del padrone stesso: ยซSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo?ยปยท Mettono in dubbio che il padrone non abbia acquistato seme buono. Il padrone, perรฒ, non si scandalizza, resta calmo e dichiara semplicemente che ยซUn nemico ha fatto questoยป.
vv. 28b-30: ยซE i servi gli dissero: โVuoi che andiamo a raccoglierla?โ. โNo, rispose, perchรฉ non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che lโuna e lโaltro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirรฒ ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaioโยป.
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Lโistinto dei servi รจ quello di estirpare la zizzania, ma il padrone invita ad avere pazienza perchรฉ solo a maturazione si saprร bene distinguere il grano dalla zizzania. Il padrone non si dimostra preoccupato di capire chi รจ allโorigine di questo gesto malvagio, ma di suggerire come comportarsi. Gesรน sta parlando di come Dio agisce nella storia e le caratteristiche che ora si riflettono nel suo agire, parlare e amare, Lui che รจ il grande narratore di Dio, chiedono ora di modellare anche lโagire di ciascuno di noi. In questo modo Gesรน invita noi oggi a non essere impazienti, come se fosse facile distinguere subito ciรฒ che รจ bene da ciรฒ che รจ male, rischiando di estirpare tutto! Come suggerito dal testo della Sapienza, spetta anche a noi coltivare lโagire paziente e misericordioso di Dio: se Lui, che puรฒ tutto perchรฉ tutto conosce e tutto a Lui appartiene, sa attendere e pazientare, cosรฌ siamo chiamati ad agire anche noi permettendo che ogni cosa maturi fino a pienezza. Uno stile che siamo invitati a coltivare verso noi stessi, spesso cosรฌ impazienti di vedere tutto e subito realizzato, e anche verso gli altri, perchรฉ non si puรฒ confondere un attimo della vita con lโintero arco dellโesistenza.
vv. 31-35: ยซEspose loro unโaltra parabola, dicendo: โIl regno dei cieli รจ simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminรฒ nel suo campo. Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande delle altre piante dellโorto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami โ. Disse loro unโaltra parabola: โIl regno dei cieli รจ simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataโ. Tutte queste cose Gesรน disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirรฒ la mia bocca con parabole, proclamerรฒ cose nascoste fin dalla fondazione del mondoยป.
Le parabole del chicco di senape e del lievito rinviano alla potenza della fede. Nel seme cโรจ giร tutta la forza, basta saper attendere. Cosรฌ nel lievito. Si noti bene che non si tratta piรน della piccolezza del grano di senape, bensรฌ della straordinaria quantitร di farina che la massaia impasta. Lโapparente piccolezza della fede รจ capace di sviluppare una splendida storia dโamore.
vv. 36-43: Poi congedรฒ la folla ed entrรฒ in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: โSpiegaci la parabola della zizzania nel campoโ. Ed egli rispose: โColui che semina il buon seme รจ il Figlio dellโuomo. Il campo รจ il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che lโha seminata รจ il diavolo. La mietitura รจ la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cosรฌ avverrร alla fine del mondo. Il Figlio dellโuomo manderร i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquitร e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!ยป.
Gesรน, ritiratosi con i soli suoi discepoli, spiega loro la parabola, e aiuta anche noi oggi a comprendere che il giudizio va dato solo alla fine e non spetta a noi. Lโarte della pazienza, quindi, non รจ sottomissione o rinuncia, ma un atto di profonda fiducia, di fede in Dio e nel suo agire misericordioso: ยซIl Signore รจ paziente con voi, perchรฉ non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di convertirsiยป (2Pt 3,15). La fretta di voler subito agire ed estirpare puรฒ essere anche dettata da immaturitร e invidia: ยซSei tu invidioso perchรฉ io sono buono?ยป (Mt 20,15). Dio dร a tutti modo di convertirsi, di maturare, di portare frutto: ยซPadrone, lascialo ancora questโanno, finchรฉ io gli avrรฒ zappato intorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร frutti per lโavvenire; se no, tu lo taglieraiยป (Lc 13,8-9).
Gesรน invita a ยซLasciare che crescano lโuna e lโaltroโฆยป, a prendere coscienza che nel terreno della vita ci saranno sempre grano e zizzania e che si tratta dโimparare a dare piรน attenzione al grano che alla zizzania, al bene che al male, stando ben attenti che il non-fare, non-agire, non-intervenire non esprimano disinteresse, ma unโautentica scelta di maturitร , perchรฉ questa azione-non azione chiede di vincere sullโistinto, sullโemotivitร , sulla fretta. ร una grande azione educativa verso se stessi. ร una salutare lotta sulla tentazione dellโimpazienza che punta ad anticipare ad oggi il giudizio di do
mani, a decidere io ciรฒ che spetta a Dio.
Il commento al Vangelo di domenica 23 luglio 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.