1.Nelle scorse domeniche la liturgia ha offerto alla nostra meditazione le consegne fondamentali della missione che Gesรน affida agli apostoli, contenute nel discorso missionario o apostolico che occupa quasi tutto il capitolo decimo del vangelo di Matteo. Lโodierno testo evangelico ci porta invece alla fine del capitolo seguente, lโundicesimo, che racconta il rapporto di Gesรน col Battista e si sofferma sul fallimento della sua predicazione nelle cittร di Corazin e Betsร ida (Mt 11,1-24).
Negli ultimi cinque versetti (25- 30), che idealmente si ricollegano alle istruzioni pastorali date in precedenza ai discepoli, Gesรน parla della rivelazione del Padre celeste riservata ai piccoli e della conoscenza reciproca tra il Padre e il Figlio, e termina rinnovando lโinvito a seguirlo (vv.28-30): โVenite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroโ.
2. Con queste parole il Signore richiama in maniera sintetica il percorso, le tappe e le modalitร della sequela evangelica che in primo luogo interessa gli apostoli, ma coinvolge tutti i credenti. Gesรน ci chiama ad andare da lui quando ci sentiamo oppressi e affaticati dal peso della croce quotidiana, ci esorta ad accogliere il suo giogo e a imparare da lui mite e umile di cuore se aneliamo a sperimentare la pace del cuore. Il risultato โ questa รจ la promessa โ sarร assaporare la dolcezza del suo amore e la leggerezza della fatica dโogni giorno, che sono il ristoro per tutta la vita e non solo per qualche situazione.
Prendendo il suo giogo impariamo a camminare con lui, al suo stesso passo ed รจ questo il segreto: riuscire ad andare al passo di chi conosce la vita ed รจ in grado di comunicarcela. Unโimmagine campestre che in tempi passati era abituale e diffusa nelle nostre campagne era quella del giogo che teneva legata una coppia di buoi. Guidati dal contadino, i buoi aravano i campi con le teste legate lโuna allโaltra in modo che avanzando fra le zolle uno conduceva lโaltro e il lavoro avanzava meglio diventando la fatica piรน sopportabile per entrambi. Quale insegnamento trarre per le nostre comunitร ?
Nessuno รจ cosรฌ autosufficiente da essere in grado di portare tutto solo il peso della vita. Poichรฉ conosce bene i suoi discepoli, Gesรน li spinge a diventare come lui umili, consapevoli della fragilitร umana e si offre a ciascuno come compagno di viaggio per giungere alla meta, cioรจ alla conoscenza del Padre celeste per sperimentarne appieno la ricchezza dellโAmore. Si capisce allora perchรฉ credere a Gesรน e accogliere il suo vangelo non รจ soltanto umiltร ma รจ anche intelligente capacitร di acquisire quellโumana saggezza che impedisce di diventare schiavi di se stessi e di falsi ideali.
3. โImparate da me che sono mite e umile di cuoreโ.
Consolante diventa a questโaffermazione di Gesรน! Parla di sรฉ come il piccolo e lโumile, e per questo diventa modello a cui ispirarsi da parte di chiunque vuole penetrare nella sapienza di Dio ben diversa da quella del mondo. Gesรน รจ il mite per eccellenza: lโaggettivo mite รจ usato solo qui in tutto il Nuovo Testamento (eccetto 1Pt 3,4) e Matteo, tra gli evangelisti, presenta la mitezza non solo come una beatitudine (Mt 5,5), bensรฌ soprattutto come una qualitร di Gesรน (11,29; 21,5). Il divin Maestro viene descritto dallโevangelista quale Messia-Servo obbediente a Dio mite e misericordioso verso i piccoli, che entrerร a Gerusalemme come il re mite, secondo quanto scriveva il profeta Zaccaria (21,5), e si prepara ad affrontare la sua passione. Il Figlio di Dio che si fa uomo spogliandosi della sua divinitร per amore di ciascuno di noi, non รจ il Messia che sorprende per la sua potenza regale, non รจ un esperto signore della politica o un guerriero vittorioso, e nemmeno un grande sacerdote o un profeta che arringa la folla.
Il Messia che va verso la croce, diversamente da come si immaginava, รจ il Servo obbediente pronto a dare la vita sulla croce per la salvezza dellโumanitร . Alla scuola di Cristo che conobbe ostacoli e incredulitร impariamo anche noi a diventare con il suo aiuto capaci di non lasciarci abbattere e scoraggiare dagli insuccessi e dalle sconfitte, ma in tutto e sempre, come lui, benediciamo e ringraziamo il Padre celeste che ha per ognuno un preciso progetto di salvezza. Alla scuola di un cosรฌ amorevole Maestro non diventa impossibile riconoscere con umiltร e fiducia i limiti e le difficoltร che fanno parte dellโumana esistenza e che costituiscono anche il bagaglio di ogni battezzato.
Chi si fida di Dio e si lascia abbracciare dalla sua provvidenza anche quando non riesce a vedere tutto chiaramente, sperimenta โ come si legge nella vita dei santi โ che Dio non lavora mai invano e non esistono ostacoli di alcun tipo che possano impedirgli di agire nella nostra esistenza e nel mondo. Eโ pronto a compiere ogni sorta di prodigi e miracoli quando incontra una fiducia totale e un abbandono sincero e totale alla sua volontร . Gesรน cโinsegna a ripetere con lui queste parole che esprimono la semplicitร dei piccoli e lโamore per il Padre celeste tenero e misericordioso: โTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoliโ.
4. โTi rendo lode, Padre!โ. Gesรน loda e benedice il Padre in un momento difficile della sua missione e lo fa in risposta allโincredulitร di quelle cittร della Galilea inospitali che lo avevano rifiutato come Sodoma e Gomorra e per questo distrutte. Lo fa dunque dopo lโinsuccesso della sua missione riservata al popolo dโIsraele. Certamente non ringrazia perchรฉ le cittร dove ha predicato ยซnon si erano convertiteยป (11,20), ma per la rivelazione negata ai sapienti e concessa ai โpiccoliโ e condivide la rivelazione dellโamore di Dio ai piccoli, agli emarginati, agli scartati dal potere e dalla religione ufficiale.
Cosรฌ Gesรน vuole la sua Chiesa: umile e โpiccolaโ che in questi ultimi decenni, da Giovanni XXIII a Francesco, ha fatto chiaramente lโโopzione preferenziale per i poveriโ, ripresa nella Dottrina Sociale della Chiesa. Esiste un sapere umano che sa di furbizia ed รจ finalizzato al successo talvolta persino conquistandolo in maniera subdola e disonesta. Gesรน benedice il โPadreโ perchรฉ lo conosce a lui si affida nellโamore ed รจ questa relazione dโamore che vuole far conoscere e condividere anche con noi.
La strada che indica รจ la grazia divina che ci rende piccoli, umili e grati di tutto perchรฉ tutto รจ dono; grazia che riceviamo in Cristo Gesรน, Sapienza incarnata, lโunico capace dโintrodurci nel cuore del Padre. โVeniteโ ha detto il Messia agli apostoli e sono diventati pescatori di uomini (Mt 4,19); venite dirร ai suoi amici e, se rispondono al suo invito, parteciperanno al banchetto del Cielo (Mt 22,4) ereditando il Regno (Mt 25,34). Venite, ripete oggi al cuore di ognuno e aggiunge โnon abbiate paura del mio giogo dolce e leggeroโ. Venite, nulla รจ facile e vivere non รจ per nessuno una passeggiata di piacere, ma fidatevi di me e impegnatevi a seguirmi docilmente: โtroverete ristoro per la vostra vitaโ.
AUTORE: Mons. Giovanni DโErcole, Vescovo emerito โ Pagina Facebook โ Sito Web โ๏ธ Commento al brano del Vangelo di: โ Mt 11,25-30