don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 9 Luglio 2023

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Riflessione.

La pagina del Vangelo di oggi

è una presa di posizione di Gesù

nei confronti della religiosità

e di quanti erano diventati i professionisti

della religione:

sacerdoti, scribi, farisei, capi del popolo,

sommi sacerdoti, leviti, ecc…

“Venite a me voi tutti che siete stanchi

e affaticati, e io vi darò ristoro…

Il mio giogo è leggero…”

Queste parole di Gesù sono rivolte

alla povera gente che lo sta ascoltando.

Il riferimento è alla religione che gli ebrei

erano obbligati ad osservare

e che ormai costituiva un peso, un giogo, un limite

nella vita, per la religione stessa.

Questa doveva portare a Dio,

indicare Dio, favorire il rapporto con Dio;

mentre non portava più a nulla.

La religione ebraica e il Tempio stesso

erano diventati un peso,

fine a se stessi

a beneficio della classe sacerdotale.

Rivolto alla sua gente, Gesù afferma:

“Voi siete oppressi da una religione

che non vi libera, non vi realizza;

ma vi rende prigionieri

di pratiche e di riti

che non aiutano a crescere,

né a pregare, né vi porta a Dio!”

Gesù è un personaggio straordinario

non solo perché è Dio,

ma pure come Uomo,

per l’originalità del suo messaggio

e per il coraggio  con cui afferma

idee e concetti in totale contrasto

con gli insegnamenti della tradizione religiosa

e dei sacerdoti del Tempio.

Per Gesù, la religione non può essere

un peso, un obbligo, un insieme di riti

e pratiche da osservare e da vivere;

quanto piuttosto una scelta libera

per sentirci più completi e liberi,

più contenti e figli di Dio…

non dei peccatori sempre bisognosi

di perdono e forse anche castigati.

Non dobbiamo osservare

e praticar una religione

perché ormai ci siamo dentro,

siamo nati cristiani,

viviamo in una società cristiana, ecc…

Piuttosto voglio essere e vivere da cristiano

perché credo in un Dio che mi è Padre,

che vuole il mio bene,

che mi indica una via nuova e originale

per vivere e relazionarmi con Lui

e con gli altri.

La religione o mi aiuta a crescere,

a capire di più, a darmi alcune risposte

di cui ho bisogno nella vita,

sul dolore, sulla sofferenza,

sulla stupidità ed egoismo umano,

sulla sperequazione tra ricchissimi e poverissimi,

su ciò che è bene e male,

su quello che è giusto fare

o non è giusto…

Oppure la religione è solo un fardello in più,

una palla al piede

che mi rallenta nel cammino della vita,

un ingombro morale per la mia libertà.

O Dio mi aiuta e “mi serve” per sentirmi

più libero, più contento, più realizzato,

più completo e protetto…
oppure anche Dio diventa una sovrastruttura

e un ingombro nella vita.

Allora lo metto da parte…

Per questo Gesù afferma:

“Ti ringrazio, Padre, perché

tu ti fai conoscere alle persone semplici,

senza preconcetti e senza strutture mentali,

che non si professano professionisti della religione.
Le persone povere, piccole, semplici,

umili… sono in grado di capirti meglio

di tanti intellettuali, teologi, orgogliosi

e paludati per darsi importanza.

“Il mio giogo è leggero…”

Cioè:

la fede e il rapporto con Dio

che io propongo e vi raccomando

è un dialogo  nell’amore,

nella libertà;

è una scelta matura di una religione

che fa crescere,

che realizza la persona;

che non impone obblighi, divieti,

semafori rossi, peccati

e minaccia castighi o inferno.

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