Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 2 Luglio 2023

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✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 10,37-42

Gesù lega l’essere degni di lui, al modo in cui ci relazioniamo con il tempo che caratterizza la nostra vita. Amare padre e madre più di lui significa rimanere incatenati alla propria storia, al proprio passato, alle proprie origini. Preoccuparsi di quello che è successo, delle occasioni perdute, degli errori fatti, non permette di entrare nella logica di Gesù che è basata sul tempo presente come luogo della salvezza. Significa non darsi la possibilità di respirare un orizzonte più ampio. Significa stabilire un legame di causa effetto che incatena a un copione già visto. Rimanere legati al passato preclude la possibilità di un nuovo inizio.

Il figlio o la figlia simboleggia il legame futuro. Chi giudica la generazione futura come inconsistente, incapace, leggera e superficiale e si turba di fronte ad essa, non può entrare nella logica del regno. Chi vorrebbe plasmare la generazione successiva sulle proprie modalità di vita, di fede, di senso, si condanna alla frustrazione e al malcontento. Perché il mondo, grazie a Dio va sempre avanti.

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E anche nel presente, chi fa fatica ad accogliere la realtà così come accade non è degno di Gesù. La vita non sempre si presenta come la vorremmo. Rifiutarla, opporsi, o scappare via, per evitare di entrare in contatto con il dolore dei nostri progetti infranti impedisce di aprirsi alla novità della grazia.

Accogliere e lasciarsi provocare da ciò che destabilizza è il primo passo per mettere piede nel regno di Dio. Non tanto perché tutto quello che ci si presenta davanti è sempre buono e va accolto indiscriminatamente. L’apertura serve per riconoscere come quello che accade diventa la mia occasione per liberare del bene. È la mia relazione con ciò che accade che determina la bontà e la bellezza di quello che vivo. Quanto più decido di essere nella situazione, tanto più libero la bellezza di quello che accade.

 Flavio Emanuele Bottaro SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato