don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 2 Luglio 2023

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L’inaspettato ti aspetta

A volere essere sinceri, non si segue mai una persona. Poiché la si ama in profondità, si sceglierà d’incamminarsi sul suo stesso sentiero: «Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me». Il Cristoddìo, l’uomo delle pretese feroci, quando può cerca sempre di dissuadere dall’imitarlo: “Attenzione alle imitazioni!” sembrò dire a quel giovane che, pur ricco, non riuscì a barattare la sua ricchezza per la felicità eterna.

Ad essere sinceri, nemmeno ci incoraggia a seguirlo ad occhi chiusi, come fosse un leader qualsiasi: “ Gli uomini han delle pretese giganti per dei progetti piccolissimi” sembra sussurrare a chi, stando in ginocchio, sta valutando i pro e i contro dell’andargli dietro. A divertirlo – perché al Cristo dei Vangeli il divertimento non fa assolutamente schifo – è il continuare a sollevare degli ostacoli, a porre freni, a soffiare contro gli eventuali candidati alla sua sequela. Rimandando ciascuno alla propria libertà.

Il che è come dire: “Siccome nessuno è obbligato a seguirmi, queste sono le condizioni perché una sequela possa dirsi tale”. Nessuna pretesa, dunque, di cambiare la vita a coloro che decideranno di abbandonare casa, campi, trattori e cuori per star appresso all’uomo senza nessuna casa: semplicemente, di suo, ci mette l’umiltà di volerci entrare. Bussando: “Scusate: all’inaspettato è permesso?” Satana, lurido, usa il piede di porco per scassinare le case: passa in velocità dall’attesa alla pretesa.

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Quelle di Cristo sembrano pretese ma, in fondo in fondo, sono solamente dei consigli per fare in modo che la vita abbia un senso. Che la vita acquisti una percentuale di significato che solo il Cristo riesce a proporre. Li riconosci subito i consigli del Cristo dalle pretese del demonio: il primo non ha nessuna fretta di darti una lezione, il secondo ha l’urgenza che tu firmi il contratto perché, se solo lo leggi nei particolari, scopri che è tutta una grande bufala: non si è mai sentito che, in natura, si possa raggiungere la cima più alta di una catena percorrendo soltanto una discesa mozzafiato.

Eppure Satàn va dicendo proprio questo: “Non puoi pretendere profondità da una pozzanghera” risponderebbe il Cristo a chi gli chiedesse consiglio in merito alle bufale dell’avversario. Lui, da parte sua, mette le cose in chiaro: chi ha voglia di andargli dietro, calcoli l’inaspettato, metta in conto di sistemarsi il mondo contro, non consideri nessun’altra compagnia di quella che gli promette il Cristo seguito. Che, promettendola – e promettendola inizia a garantirla – ne invoca l’assolutezza. Fino a lisciare l’assurdità: «Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà». Perdersi completamente per ritrovare se stessi, incontrando Lui: nessuna pretesa fu mai più ambiziosa.

Certe volte pretendiamo troppo dagli altri: tipo che usino il cervello, quanto meno. Poi, forse, pretendiamo pure delle lodi per ogni buona azione che viene compiuta da noi, senz’accorgerci che è come invitare a pranzo qualche amico e alla fine del pranzo presentargli il conto. Con Cristo, invece, sembra proprio che funzioni l’esatto contrario: nessun’altra pretesa se non quella di invitare a tenere desta l’inquietudine del cuore.

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“C’è un di più nascosto apposta per te – sembra essere il non detto di queste righe -. Vieni a scoprirlo? Abbandona ciò ch’è noto per ciò che ancora non lo è”.

Qui, ogni parola, si porta addosso la voglia di stare dentro il finito e, contemporaneamente, il bisogno di andare via, oltre. Perché tu senti che la vita, com’è, non ti basta più: vuoi qualcosa di più grande, di oltre, di più largo. Il prezzo proposto è ingente, è un invito a mandare in bancarotta le proprie misure, i propri affetti, le proprie comodità. C’è una croce da imbracciare al posto delle armi e dei cuscini. E’ un chiaro invito a navigare nella tempesta. E la tempesta è una verifica: lì, coi chicchi che piovon come uova, resterà chi avrà il coraggio di guardare il tuo vuoto con tenerezza, senza pretendere di riempirlo.

Parole che sono come un manuale d’uso per epoche tempestose: quelle in cui pensi di avere tutte le risposte e la vita, all’improvviso, ti cambia le domande.

Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte