Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 29 Giugno 2023

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È difficile trovare persone più diverse fra di loro. E più litigiose, sinceramente. Pietro il pescatore, illetterato, rude, tenace, testardo, irruento, entusiasta, tenero. Paolo il teologo, raffinato, puntuto, zelante, polemico, avventato. Pietro per i figli di Israele, Paolo per i figli del mondo, Pietro il custode, Paolo l’innovatore, Pietro il saggio, Paolo il carismatico.

Si sono affrontati a viso aperto, quando si sono incontrati, hanno conciliato l’inconciliabile, hanno affrontato e risolto, insieme agli altri discepoli e discepole, situazioni complesse come l’apertura della fede ai pagani. E sono riusciti a conciliare e a elaborare compromessi perché entrambi sedotti, entrambi centrati su Cristo, entrambi innamorati del Maestro, non del proprio ego, non delle proprie opinioni, non del proprio successo personale.

E la Chiesa, con raro senso dell’ironia, li festeggia insieme a rimarcare la loro testimonianza, quel martirio che ha posto le fondamenta della comunità di Roma. Di questa Chiesa abbiamo bisogno: molteplice, creativa, salda, diversa, fantasiosa ma centrata su Cristo e Cristo soltanto.

Questa Chiesa Cristo ha voluto e sognato e molti, lungo i secoli, sono riusciti a costruire: unita nella diversità, simile nella molteplicità, serva della Parola, attenta al soffio dello Spirito, centrata, certo, sulla testimonianza degli apostoli ma anche capace di lasciare spazio ai carismi inviati direttamente da Dio.

Così, lungo la storia travagliata dei secoli, i cristiani hanno alternato momenti di grazia, di compassione, di luce, ad altri di ambiguità, di tradimento del Vangelo, di ipocrisia. Luci e ombre che abitano in ciascuno di noi, da sempre. Ma solo dando retta allo Spirito, come gli apostoli, hanno — sul serio — fatto continuamente, possiamo rimanere fedeli al disegno del Padre.

Vogliamo Pietro e Paolo, magari polemizzando amabilmente fra di loro, ridare smalto e passione alla nostra stanca Chiesa occidentale!

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 16,13-19

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