don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 25 Giugno 2023

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Questo versetto può indurre a pensare che la morte del passero sia volontà del Padre, ossia di Dio. Fuori di metafora, ci si è portati dentro per tanto tempo – troppo – l’idea che possa essere volere di un dio-sadico la morte di qualcosa o di qualcuno; che sia sua volontà, ad esempio, la morte di un bambino o a provocare – o permettere – una malattia, un disastro naturale, una pandemia. Insomma, ci si porta dentro purtroppo ancora l’ancestrale monito: «Non cade foglia che Dio non voglia».

In ambito cristiano, frasi tipo ‘l’ha preso con sé; ha strappato il fiore più bello per averlo accanto a sé…’, non hanno alcun senso.
Questo brano di Matteo continua ad essere tradotto in maniera fuorviante. Il testo originale, tradotto letteralmente, suonerebbe così: «Uno [dei passeri] da essi non cadrà, senza il Padre di voi». Non si parla di ‘volontà’ del Padre, ma semplicemente che un passero non cadrà a terra senza che lui ne sia in qualche modo partecipe, e non responsabile!

«Nel cosmo e nella storia degli uomini, Dio non fa nulla in più di ciò che operano le creature. La forza creatrice non agisce accanto o al posto delle cose o delle persone, ma le alimenta in modo che esse siano e possano operare» (Carlo Molari).

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Il nostro Dio non interviene in maniera arbitraria nelle vicende umane, e di conseguenza non ha alcun potere sulla morte, la sofferenza, la violenza, la malattia… L’amore non si sostituisce all’amato, non lo scavalca, togliendogli le castagne dal fuoco. L’Amore non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza.

Tutto accade, tutto si svolge nel mondo secondo una sceneggiatura che non è dato comprendere e modificare, ma noi sappiamo altresì che alla fine ‘nulla andrà perduto’.

«Dio non si colloca tra salute e malattia, ma tra disperazione e fiducia. Dio sta riflesso più profondo delle lacrime, per moltiplicarne il coraggio. Non placa le tempeste, dona energia per continuare a remare dentro qualsiasi tempesta. E noi proseguiamo nella vita per il miracolo di una speranza che non si arrende, di cuore che non disarmano» (Ermes Ronchi).

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«Tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra» (Oscar Milosz).

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

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