Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 25 Giugno 2023

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Pace e bene, questa domenica lasciamoci incoraggiare dal Signore affinché possiamo dare testimonianza con libertà di parola e di spirito, certi che i semi piantati nel cuori con le nostre parole (evangeliche) e i nostri gesti (d’amore), per grazia di Dio, potranno germogliare a tempo debito

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«Non abbiate paura». Gesù ci rivolge questo incoraggiamento per ben  tre volte nel Vangelo di questa domenica. Quante paure abbiamo!  Certo, ci sono quelle positive che servono a salvaguardare la propria vita; ma ne abbiamo anche tante negative! Abbiamo paura di Dio, come  ne ebbe Adamo che, dopo aver disobbedito, si nascose per paura del  giudizio divino. Pensava che Dio lo stesso cercando per punirlo e non  per rinnovargli il suo amore.

Quante volte pensiamo che Dio nostro  Padre ci guardi come un giudice, subito pronto ad accusarci o a punirci  al nostro primo errore. A volte si ha paura dei genitori: paura di  deluderli, paura di non saper soddisfare le loro aspettative… Abbiamo  paura del domani, dei fallimenti, di essere traditi, abbiamo paura della  sofferenza… insomma siamo impastati di paure. Ci fa bene chiederci  quali sono le nostre paure, per evitare che siano loro la sorgente infetta  delle nostre azioni. 

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Il Vangelo di oggi ci dice che possiamo anche correre il rischio di aver  paura del giudizio delle persone, delle incomprensioni, al punto da non  essere capaci di vivere una vita coerente con il credo che professiamo.  Scendiamo a compromessi per non andare contro corrente rispetto ad una mentalità che non ha nulla a che fare con il cristianesimo.

Ora, non  si tratta di non aver nessuna paura; lo sappiamo, siamo fragili, e ci potrà  capitare anche di rinnegare il Signore (come per paura ha fatto persino  san Pietro), ma di lasciarsi guardare dal Signore con tenerezza, di saper  piangere come Pietro per non aver corrisposto, in un determinato  momento, all’Amore con l’amore. Non dimentichiamolo mai: nei nostri  momenti di paura, quando stiamo per affondare nelle difficoltà e sofferenze, il Signore ci tende sempre la mano, a noi tocca afferrargliela! 

Anche i capelli del nostro capo sono contati, ciò vuol dire che la nostra  storia, la nostra vita, quello che siamo non è sconosciuto a Cristo; niente  di noi andrà perduto, quello che siamo ha il sapore di eternità. Perciò  non scoraggiamoci e prendiamo esempio da tanti testimoni della fede,  che nella paura hanno saputo guardare al cielo: 

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«Una suora di origine argentina che vive in Siria e svolge lì il suo servizio  racconta: “Una donna aveva quattro figli, qui ne abbiamo uno, un altro  è morto tragicamente. Pensate che era all’ospedale, e lì venne colpito  da un proiettile. Mentre la madre usciva dall’ospedale dov’era il figlio,  un altro proiettile entrò dalla finestra. Quando la donna sentì lo  schianto, tornò sui suoi passi e trovò suo figlio ridotto a brandelli.  Questo ragazzo si chiamava Nahom. Lei lo piange in continuazione.  Però lei dice che suo figlio era già preparato per il Cielo. Anch’io lo  vedevo pronto per il Cielo. Lei mi racconta che anche quando era in casa  col terrore che entrasse un proiettile, questo figlio le diceva, citando il  Vangelo: «Non abbiate paura di coloro che possono uccidere il corpo,  ma che non possono uccidere l’anima». Questa signora mi dice che se  prima queste parole la tranquillizzavano, ora molto più. È morto per  causa della guerra, ma ora vive in Cielo!».

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