Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 Giugno 2023

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Gesù ha appena finito un lungo elenco di atteggiamenti da seguire o da evitare nella preghiera. Quindi dopo aver definito il come pregare, ora vuole definire il cosa pregare, cioè il contenuto della nostra preghiera.

E premette subito due cose. Primo, di non sprecare parole con il Signore. Quindi sappiamo già che la preghiera che seguirà sarà sufficiente, in quanto piena di significati. E secondo, proprio perché il Signore sa già tutto, che in realtà la preghiera non è il fine per ottenere qualcosa, ma è il mezzo per mettersi in relazione con lui. Perché a prescindere dal fatto che lui sappia ogni cosa, lui è in ascolto e vuole sentire le nostre parole.

E chi preghiamo quando preghiamo? Un padre, innanzitutto. Un abbà, cioè un padre come lo chiamano i bambini. Papà, babbo. E poi, nostro, cioè di tutti noi. Quindi già dalle prime due parole della preghiera ci troviamo ad essere figli e fratelli, avvolti in una relazione d’amore collettiva. E infine, dove si trova nostro padre? Nei cieli, quindi siamo figli di Dio, e Dio ci sta parlando come un padre. Già qui potremmo fermarci a contemplare queste due frasi, come il soffitto della Cappella Sistina.

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Ma poi la preghiera continua e si articola in due serie di tre richieste. Le prime riguardano Dio: sia santificato il tuo nome, ovvero mostraci che il tuo nome è santo, rivelati a noi. Venga il tuo regno, ovvero si realizzi in terra la promessa che ci hai fatto. E, infine, sia fatta la tua volontà. Quindi non la nostra volontà imperfetta, confusa dalle cose del mondo, ma la sua, misteriosa e benevolente.

E dopo aver chiesto che sia fatta la volontà del padre, chiediamo tre cose. Il pane quotidiano, la remissione dei peccati e l’allontanamento del male. In questo arco discendente di richieste sperimentiamo tre diverse situazioni di bisogno in cui invochiamo il padre in cerca del suo aiuto. Dalla più semplice, il sostentamento quotidiano, alla più dolorosa, l’esperienza del male, passando dai momenti in cui ci allontaniamo da Dio e chiediamo il suo perdono.

Per riflettere

Come preghiamo? Riusciamo ad evitare di usare il Padre Nostro, e le preghiere in generale, come vuote formule e cerchiamo invece di riempirle di senso per la nostra vita? Riusciamo ad usare la preghiera come mezzo di ascolto del Signore, per sintonizzarci sulla sua volontà?

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 6,7-15

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi