Diciamocelo, ci stanno un po’ antipatici quelli che si comportano così. Quelli, cioè, che stanno sempre super stanchi perché fanno un milione di cose, soprattutto nella comunità cristiana o nella casa salesiana di appartenenza. Quelli che stanno in tutto, in ogni attività, in ogni commissione, sempre su di un piedistallo. Meno male che il Signore ci avverte e ci fa evitare di risultare antipatici… anche se spesso è più forte di noi, anzi, spesso non è nemmeno per far vedere agli altri che siamo belli e bravi, ma per dirlo a noi stessi.
Suoniamo la tromba, ci mettiamo al centro delle piazze, pubblichiamo tutto il pubblicabile per dire a noi stessi che sì, l’Amore di Dio ce lo meritiamo, che sì, posso giudicarmi positivamente; che sì, non abbiamo nulla da recriminarci, stiamo apposto così. Ecco allora l’ipocrisia. I mezzi e gli strumenti per vivere la relazione con Dio e per esercitare la carità diventano il fine, anzi noi stessi, il nostro successo, il nostro stare apposto, stare bene, stare tranquilli, diventa il fine.
Signore facci crescere in umiltà, aiutaci a riconoscere che sei Tu che agisci in noi che sei Tu che lavori nel segreto del nostro cuore, della nostra quotidianità e della nostra vita. Signore, insegnaci ad essere Tuoi strumenti e fa che solo il Tuo Amore possa bastarci come “ricompensa”.
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✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 6,1-6.16-18
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