Sono solo due piccoli versetti, apparentemente marginali, poco significativi e che, pure, ci spalancano un mondo. Gesù insegna a partire dalla Scrittura, riflette sull’identità del Messia, argomenta e mette in discussione i luoghi comuni sull’identità del Cristo. Questi non può essere definito in maniera stringente “figlio di Davide” perché in un salmo Davide stesso lo chiama “Signore” e quindi lo considera superiore, non inferiore.
Gesù aiuta i suoi contemporanei, e noi, a ridefinire l’identità del Messia che è ben più della riproposizione del re Davide; ci propone una riflessione arguta, argomentata, figlia di una profonda e corretta conoscenza della Parola di Dio che Gesù dimostra di meditare continuamente. Ma a noi questo brano racconta altre due cose essenziali: anzitutto come farci ascoltare volentieri: parlando di cose che si conoscono, scrutando le Scritture, ponendo interrogativi.
Se troppe volte restiamo inascoltati è perché, semplicemente, non sappiamo comunicare, usiamo frasi fatte, concetti usurati. O, peggio, perché non abbiamo voglia di meditare la Parola e di lasciarla risuonare in noi. E la seconda è proprio un chiarissimo invito a rifondare la nostra predicazione, la nostra catechesi, la nostra vita spirituale a partire dalla Parola, appoggiandola alla Scrittura.
In teoria lo facciamo già e la Chiesa, nella sua autorevolezza, propone a tutti i discepoli di meditare la Parola (come stai facendo): così, ad esempio, un intero Sinodo è stato dedicato a questo tema (Verbum Domini). Ma poi, nei fatti, nella quotidianità le devozioni prevalgono, e la pigrizia, e le abitudini, così che la stragrande maggioranza dei cristiani non ha mai nemmeno letto (non dico meditato) un Vangelo!
La folla numerosa ascolta volentieri Gesù perché parla di Dio a partire dalla Scrittura e dice cose in cui crede e che vive. È un testimone credibile a appassionato, un vero credente credibile. E in lui oggi riconosciamo colui che il re Davide vide e riconobbe: il Figlio di Dio altissimo venuto per svelarci il suo volto.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 12,35-37
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