Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 5 Giugno 2023

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Il clima è teso, da tempo. Gesù ha vissuto fino in fondo la sua missione, ha annunciato ad Israele, e al mondo, il vero volto di Dio, quel volto spesso sfigurato dalle nostre piccole e disturbate visioni. Ha predicato, ha guarito per dare concretezza alla verità delle sue parole, ha amato, ha tanto amato.

Ma nulla è bastato: i piccoli e i semplici lo hanno accolto con entusiasmo, sì, ma presto l’entusiasmo ha lasciato spazio alla greve quotidianità. E ora coloro che Gesù ha in qualche modo messo in difficoltà, sottolineandone l’ipocrisia, sfoderano le unghie e provano continuamente a metterlo in difficoltà. Ma Gesù non fugge, non si rassegna: prova ancora a smuovere i cuori con una parabola difficile, cupa, dolente.

Spesso i profeti hanno parlato di Israele come della vigna piantata e accudita da Dio ma, nella parabola, questa vigna viene affidata agli uomini per averne dei frutti. Ma, delirio di onnipotenza, i fittavoli pensano ormai di esserne diventati proprietari: non danno quanto dovuto, picchiano i servi e, alla fine, uccidono il figlio del proprietario, pensando — idioti — di potere così rubare la vigna. Quanto assomiglia al nostro mondo questa descrizione!

Abbiamo cacciato Dio fuori dalle nostre vigne e pretendiamo di essere i proprietari del mondo che ci circonda, della vita, nostra e altrui! Nulla ci è dovuto, tutto è dono, nulla ci appartiene. E riconoscere che non abbiamo in noi le risposte, accogliere il limite come possibilità di conoscenza, è quello che ci si aspetterebbe.

E invece… quando togliamo Dio dalla nostra vita, quando diventiamo arroganti, quando mentiamo a noi stessi e lasciamo che sia la violenza a prevalere, finiamo con lo sprofondare nelle tenebre. Ma, come sappiamo bene, il figlio ucciso non è la parola definitiva in questa storia é della Storia.

Sta a noi, ora, gioire col Figlio nella vigna del Signore, riconoscere in questa giornata quanto ci è stato donato, portare frutti con gioia e pace interiore.

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 12,1-12

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