«La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e del senso dell’universo: tutto incamminato verso un Padre fonte di libere vite, verso un Figlio che mi innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le nostre solitudini».
Ermes Ronchi
Nella storia della salvezza, contempliamo le tre Persone divine che si sono rivelate come si sono fatte conoscere, ed è Gesù che fa conoscere il Padre e dona lo Spirito Santo, partendo da lui, presenta il Figlio. Questa domenica sostiamo per dire che la Trinità è comunione, è un eterno abbraccio non chiuso ma donato a tutta l’umanità.
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Dall’Antico …
A passi graduali ..
A parole potrebbe sembrare facile spiegare il mistero della Trinità, ma se non si ha esperienza di fede, il mistero è visto come un dogma lontano e alieno dalla realtà e dalla vita personale. Non si è mai pratici di Dio, anche perché sfugge, e le nostre parole sono sempre inadatte, anche quando diciamo che Dio è Trinità. Che senso ha nella vita di tutti i giorni? Le letture di oggi ci fanno partire da Mosè, paradigma di un uomo che impara a fidarsi di Dio lottando e intercedendo per il popolo. La sua esperienza ha inizio davanti al roveto ardente, passa dal Sinai e dal cammino non facile verso la terra promessa. È sempre una esperienza terrificante, misteriosa, e Mosè è un uomo che impara giorno dopo giorno a fidarsi, la cui esistenza è catturata dalla misericordia di Dio.
Al nuovo …
Il suo nome è Misericordia ..
Misericordia, misericordia, invoca Mosè al passaggio di Dio, l’amore è così traboccante che esce dalla famiglia della Trinità, non c’è chiusura ed egoismo, perché Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio. Gesù chiarisce a Nicodemo la prospettiva dalla quale guardare il progetto salvifico di Dio, e per farlo occorre rinascere dall’alto, dal dono dello Spirito e questo è possibile quando si accoglie nella fede questo amore. La liturgia della parola ci porta in alto, nell’ampiezza dell’amore di Dio, e anche se siamo sempre nel mistero, Dio si fa conoscere velandosi, come quando passa davanti a Mosè. Dio non può essere visto, ma si può sentire, si può fare esperienza, anche se non lo può descrivere.
Avvenire ..
Per la salvezza ..
Quando comprenderemo che la Trinità è il mistero salvifico, saremo immersi in questo oceano di amore, che Dio si è rivelato nella sua pienezza dal Figlio, la seconda persona della Santissima Trinità, Gesù, il Cristo, e la Trinità, mistero della trascendenza di Dio, abita la terra, e ogni credente è impastato di cielo e di terra, diceva San Giovanni XXIII. La Trinità è presente dappertutto, dove c’è amore e legame, solidarietà e comunione, dialogo e ; è presente in una pietra e in un fiore, in un giardino e in un pettirosso, nell’uomo che ama e fa esperienza di Dio Tri-Unità, è qui chesi fa reale, perché non è dogma inafferrabile, è mistero di fede e di vita, di abbracci e di forza.
- Che senso hanno le parole come comunione, solidarietà, cura, nella nostra vita?
- Che esperienza faccio della Trinità nelle relazioni fraterne?
Disse il sole alla luna, ti illumino. Disse il fiore all’ape, ti nutro. Disse la terra all’albero, ti sostengo. Disse Dio al cuore dell’uomo, ti amo. Disse il vento alla fogli, ti sollevo. Disse la luce al buio, fammi spazio. Disse il silenzio alla parola, contempla. Disse la mamma al bambino, ti curo. Disse l’artigiano al legno, ti lavoro. Disse l’uomo all’uomo, senza di te non sono nulla.
Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog
Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. […]