Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, Unigenito.
Nel Vangelo di questa domenica, Solennità della Santissima Trinità, l’Evangelista Giovanni ci presenta la continuazione del dialogo di Gesù con Nicodemo. Gesù cerca di spiegare a Nicodemo il linguaggio dell’Amore e la grandezza che avvolge chi si lascia sedurre da questo amore che viene dall’alto e ci rende creature nuove.
Nel dialogo, di notte, Nicodemo domanda a Gesù come può lui, essendo vecchio, nascere una seconda volta. Gesù spiega a Nicodemo che è l’amore che salva e ci libera da qualunque forma di morte. 8L’amore genera vita. L’amore ha il potere di farci rinascere e questa rinascita significa cambiamento interiore che ci permette di guardarci e guardare il mondo con occhi diversi.
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E sì, Caro Nicodemo, non è facile per noi, come non lo è stato per te, ritrovarci a fare queste domande, ancora oggi, a Gesù.
Chi di noi riuscirebbe a “dare suo figlio” per morire a causa di qualcuno? Certamente nessuno. E ancora meno farlo vivere a servizio della vita dell’intera umanità. Non capiremo mai Dio! Non riusciremo mai ad arrivare a una definizione completa di Lui poiché da Lui scaturisce un Amore che va a di là di ogni logica umana. “Dio ha tanto amato il mondo…”.
Nicodemo rappresenta in qualche modo noi cristiani di oggi che cerchiamo un’esperienza religiosa che ci riempia il cuore, ma che non ci causi problemi, poiché tante volte, nei momenti difficili, siamo tentati di scappare dalle nostre croci, cioè dalla nostra missione a servizio degli altri. Non ci rendiamo conto che ogni volta che cerchiamo d’assomigliare a Gesù siamo dentro l’Amore di Dio.
L’amore di Dio oltrepassa le barriere e i limiti umani. Dio, nella concretezza e grandezza del suo amore, va al di là della nostra comprensione. L’amore che Lui ha per noi non fa ragionamenti, né calcoli. È un amore che non condanna, ma ci rende liberi perché è misericordia.
Suor Jakeline Nogueira
Istituto Figlie di Maria Immacolata – Roma