✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 10,46-52
L’incontro con Bartimeo conclude il viaggio di Gesù verso Gerusalemme nel Vangelo di Marco; viaggio che è anche l’occasione per i discepoli di stare assieme a Gesù, osservare il suo modo di fare, penetrarne i criteri e il cuore.
Non fanno una gran figura: Gesù tenta in tutti i modi di inculcare loro un’idea precisa di che cosa vuol dire essere discepolo, e cioè servire, ma questo non entra nel loro modo di vedere le cose. Pietro rimprovera Gesù di mettersi nei guai, discutono fra loro su chi sia il migliore – le gare di vanità ci sono anche nella Bibbia… Possiamo dire che sono ciechi, non vedono realmente Gesù per quello che è ma per chi vorrebbero che sia: uno di cui poter, un giorno, condividere rispetto e fama.
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Il contrasto con Bartimeo è stridente: è lui l’unico che capisce di essere cieco, eppure non si fa vincere da questo: grida, getta via il suo mantello, simbolo di tutte le sicurezze che si è costruito per proteggersi dal dolore, e scatta in piedi. In tutto questo si rivela più acuto dei discepoli: capisce Gesù prima di tutto è il Salvatore, colui che guarisce dalle cecità.
Questo sembra essere il primo passo per essere discepoli e poter affrontare le Gerusalemme della nostra vita: non contrapporre la forza alla fatica del viaggio, ma chiedere la grazia di vedere meglio.
Federico Parise SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato