Non c’è più nessuno sotto la croce. Non le folle che, numerose accorrevano presso il lago per ascoltare la predicazione del falegname fattosi profeta e attendevano, fiduciose, un qualche prodigio. Non i discepoli che lo avevano seguito lungo la sua missione, non gli amici più intimi che con lui avevano vissuto, giorno e notte, per tre anni. Tutti erano fuggiti nella notte del Getsemani, percossi come pecore senza pastore. Solo la madre rimane, sta, come scrive Giovanni.
Sta salda nella fede, incrollabile. Lei che, pure, in quel momento, potrebbe accusare Dio, Passente, il mentitore, colui che, dopo averle dato il figlio della speranza, glielo toglie nel peggiore dei modi. E mille fantasmi e paure e demoni potrebbero, giustamente, mettere in crisi la sua fede, annientare la speranza, spegnere la fiamma.
Invece no; Maria rimane ai piedi della croce, stravolta come solo una madre che vede il figlio innocente straziato può essere nel più intenso dei dolori che essere umano possa sperimentare. E per qualche ora la Chiesa, profezia del Regno, è lei. Solo lei. Tutto il futuro, tutta la fiducia, tutta l’attesa sono concentrate in una sola persona. Una sola fede. Una sola, salda speranza.
Perciò da sempre i discepoli del risorto la seguono, prima fra i discepoli. Madre di ogni credente. Non come una santa irraggiungibile, a parte, non come una super-donna, non come una dea pagana o la quarta persona della Trinità. Ma come la discepola che ha saputo, per prima, rimanere salda nella fede, che ha creduto contro ogni speranza, che ha accettato di restare in mezzo alla tempesta. Per questa ragione Maria è madre dei discepoli, maestra di vita e di fede, sorella che ci racconta la sua esperienza.
Perciò ancora, e molto volentieri, accompagna i nuovi discepoli, noi discepoli, sulle strade del discepolato. Accogliamo volentieri la donna, nuova Eva, che Gesù dalla croce affida ad ogni discepolo amato. Impariamo da lei a lasciarci abitare dallo Spirito, lasciamo che sia lei a farci da guida nella salita alla santa montagna che è Cristo.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 19,25-34
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