I Carmelitani di Australia e Timor-Leste – Commento al Vangelo di domenica 21 Maggio 2023

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La festa dell’Ascensione commemora il ritorno di Gesù al Padre. Gesù ci lascia visivamente ma rimane con noi attraverso il dono dello Spirito. Celebreremo il dono e la presenza dello Spirito Santo domenica prossima, nella solennità di Pentecoste.

Il vero significato dell’odierna solennità non si trova nella partenza di Gesù, ma nel modo in cui chiama i suoi discepoli per riformarli come una nuova comunità a cui viene affidata la diffusione del Vangelo. Gesù invia i discepoli ad ammaestrare tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e per insegnare loro la sua via. Ma i discepoli, nell’esercizio di tale missione, non vengono lasciati soli. Gesù promette di essere sempre con loro.

Gesù ha richiamato il gruppo dei discepoli – che dopo la crocifissione si era come sfilacciato, sparpagliato – per formarli, fragili e dubbiosi come sono, come una comunità inviata in missione nel nome di Dio. È confortante vedere come Gesù non insista sulla perfezione prima di chiamarci e di affidarci la sua missione.

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Questa missione è autorizzata da Dio e ci viene trasmessa attraverso Gesù. Non si tratta di esercitare un’autorità sugli altri, ma di una chiamata ad agire come Dio avrebbe agito, fedeli al cuore di Dio come Gesù ci ha insegnato.

Sin dalla Pasqua abbiamo proclamato che Gesù è vivo. Le solennità dell’Ascensione e della Pentecoste ci aiutano a renderci conto che facciamo parte di una lunga tradizione di discepoli fedeli.

Abbiamo i nostri difetti e sperimentiamo i nostri fallimenti, ma la nostra chiamata è di testimoniare ed insegnare la via di Gesù così come siamo, con i valori e le attitudini possediamo a livello di pensiero, parola e azione, con la finalità di essere la presenza vivente di Dio nel mondo odierno.

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Fonte

Foto di Brigitte is happy … about coffee time :)) da Pixabay