don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo 20 Maggio 2023

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Nel Vangelo di oggi è svelato il segreto di ogni preghiera:

“In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”.

Ogni preghiera è tale se è preghiera del Figlio. Chiedere nel suo nome significa assumere davanti a Dio la stessa posizione di Gesù. Dio non rifiuta nulla di buono al Figlio perché lo ama. Gesù ha reso ognuno di noi come Lui: figli unici. E basta ricordarsi questo per capire che lo scopo di ogni preghiera è la vera gioia.

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Molto spesso invece le nostre preghiere sembrano suppliche messe lì con l’ansia di essere esauditi. Non bisogna mai pensare che Dio vada convinto riguardo al nostro bene, al contrario siamo noi che dobbiamo convincerci che siamo amati fin nel dettaglio da Lui. Non sempre però quello che noi pensiamo essere il bene ci viene incontro. Ed è proprio in quel momento che la nostra fede deve diventare più decisa e più forte. Anche Gesù prega nel Getsemani di essere liberato dalla morte, e sembra che Dio non lo ascolti.

Ma Gesù si fida del Padre anche se ha la sensazione di essere abbandonato, e alla fine è proprio questa fiducia ad avere la meglio. Anche noi dobbiamo imparare questo tipo di conversione. Anche noi dobbiamo lasciare che Gesù ci parli chiaramente di Dio rompendo tutte le immagini false che ci siamo fatti di Lui:

“Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio”.

La vita spirituale è imparare ad alzare il velo su Dio e cominciare a parlare con Lui e non più semplicemente parlare di Lui in terza persona. Gesù ci annuncia questo. Verrà il giorno in cui saremo tanto convinti di essere amati che non domanderemo più nulla semplicemente perché l’amore sa di cosa abbiamo bisogno senza che neppure apriamo bocca.

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“Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. Lo scopo di essere ascoltati nella nostra preghiera non consiste tanto nell’essere esauditi nelle nostre richieste ma nello sperimentare una pienezza di gioia lì dove il mondo non scommetterebbe nemmeno una minima porzione di ottimismo. In questo senso chi prega racconta le cose, chiede le cose, raccomanda le cose, ma non lo dovrebbe fare con la pretesa di voler convincere Dio di qualcosa ma nella grande umiltà di vedersi la vita cambiata perché ripiena di quella strana cosa che San Francesco chiama la “perfetta letizia”. “Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l’ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio”. […] Finisci di leggere qui.


Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 16,23b-28
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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