Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2023

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Giovanni scrive il suo Vangelo forse sessant’anni dopo gli eventi della vita del Signore. Le nascenti comunità cristiane hanno ormai avuto il tempo di elaborare la fede, di annunciarla, di scoprire l’essenziale sulla vera identità del Maestro. E così, nel suo Vangelo, Giovanni riassume tutta la dottrina del Signore e la comprensione dei discepoli in un unico, lunghissimo discorso straordinariamente denso. E afferma: noi non capivamo cosa stava per accadere, non capivamo la profondità delle parole di Gesù, eravamo perplessi alle sue parole: mi vedrete… non mi vedrete, mi vedrete di nuovo…

Alla luce della fede pasquale ora tutto è chiaro: Gesù, prossimo alla morte, si fidava talmente del Padre da sapere che quella croce non sarebbe stata la vittoria del male, la Parola definitiva sulla sua vicenda. Ora noi lo sappiamo ma per lui, in quel momento, è stato l’ultimo gesto di abbandono al Padre, la più grande manifestazione di fede e di fiducia in colui che avrebbe potuto strappare la sua vita della morte, come poi è stato.

Fa tenerezza questo Gesù che si interessa della tristezza dei suoi discepoli, che, si dimentica ancora una volta di se stesso, è preoccupato di come la sua fine potrà devastare i suoi ignari discepoli. Anche noi, oggi, suoi discepoli, siamo oggetto di questa tenera attenzione. Nel cammino spirituale possiamo attraversare momenti di sconforto, di incomprensione profonda, di solitudine, finanche: abbiamo conosciuto e incontrato il Signore ma in certi momenti sembra sfuggirci, essere lontano e fatichiamo a credere, a non disperarci.

È proprio quello il momento in cui affiniamo la nostra fede, come ha fatto Gesù donandosi al Padre, come hanno fatto gli apostoli nel momento della prova. È quello il momento in cui capiamo se seguiamo il Signore per quanto egli ci dà o per quello che egli è. La nostra vita terrena è così: un passaggio di conoscenza in conoscenza, di gioia in gioia, fino alla pienezza. Coraggio, allora!: ogni tristezza si trasforma in gioia, nel Signore Gesù.

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 16,16-20

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