Questo breve brano è la conclusione del Vangelo secondo Matteo. Cosa ci “dona” questa pagina nella festa dell’Ascensione del Gesù Risorto? Gesù è ritornato nella Galilea, ritenuta ‘pagana’ dagli ebrei osservanti: è qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23).
In questo luogo di frontiera Gesù aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito, ucciso e sepolto (cf. Mt 28,8-10). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli – e in loro, con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia – a convocare la Chiesa, per riunirla – dai quattro punti cardinali del mondo – nel Regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20). Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario.
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Egli sembra assente, ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). Le ultime parole di Gesù sono sempre preziose per i missionari di tutti i tempi: “Come ho fatto io, chiamando un gruppo a seguirmi, così fate voi con tutti, perché nella comunità tutti possano fare esperienza di fraternità, tutti possano rispondere alla chiamata di Dio e diventare discepoli missionari! Come rendo voi inviati del Padre, così tutti gli uomini e le donne, proprio tutti, possano diventare portatori di buone notizie!
FONTE: Missio Italia
Commento a cura di don Valerio Bersano Segretario Nazionale Missio Ragazzi.
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