Pace e bene cari fratelli e sorelle, ci avviciniamo alla Pentecoste, cogliamo dunque quest’occasione per riscoprire l’opera dello Spirito Santo “Paraclito” nella nostra vita, “dolce consolatore dell’anima”.
Dato che ci stiamo avvicinando alla Pentecoste, soffermiamoci sulla figura dello Spirito Santo. Vediamo tre piccoli passaggi:
1. Il termine Paraclito viene dal greco parà-kaleo, che letteralmente vuol dire “chiamare vicino”, al passivo: “Colui che è chiamato vicino”. In latino è ad vocatus che richiama il concetto di avvocato difensore. Nei tribunali antichi l’avvocato veniva chiamato dall’imputato (che poteva permetterselo) perché lo aiutasse a difendersi. L’avvocato, a differenza di oggi, non parlava al posto dell’imputato, ma gli stava accanto suggerendogli nell’orecchio le parole con cui difendersi dall’accusa. Ecco dunque una prima cosa che fa in noi lo Spirito Santo: ci consiglia, senza sostituirsi a noi: è il Consigliere perfetto. Quante volte ci chiediamo: e ora che faccio? Quale strada prendo? Che bello sapere che in noi abbiamo un Maestro interiore pronto a illuminarci! Ecco dunque l’importanza di pregare, di avere un cuore connesso a Dio, per poter godere della sua luce. E qualora fossimo nel dubbio, lasciamoci aiutare spiritualmente da qualche guida saggia, che ci aiuti a discernere come lo Spirito parla al nostro cuore…
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2. Nei primi secoli della Chiesa, specie durante le persecuzioni (cfr At 9,31), lo Spirito Santo è stato sperimentato come difensore e avvocato divino di fronte agli accusatori (il diavolo e il mondo), come Colui che assiste i martiri e che davanti ai giudici mette loro in bocca parole inconfutabili, sostenendoli nel testimoniare la Verità fino a dare la vita per Gesù! Anche oggi non mancano cristiani che in tante parti del mondo continuano a testimoniare la loro fede fino al martirio. E non solo nel martirio fisico: lo Spirito Santo infatti ci dona fortezza per vivere la nostra vita ordinaria in modo straordinario! Quanti “santi nascosti” abbiamo anche oggi, giovani e adulti che testimoniano senza vergogna la loro fede, «pur fra incomprensioni ed ostilità, sulla strada della verità e dell’onestà» (cfr san G. Paolo II). «Ringraziamo il Signore per questi cristiani che sono di una santità nascosta: è lo Spirito Santo che hanno dentro che li porta avanti! E ci farà bene pensare a questa gente: se loro fanno tutto questo, se loro possono farlo, perché non io?» (Papa Francesco).
3. Uscendo dall’era delle persecuzioni, l’accento è posto maggiormente sul concetto di Consolatore di fronte alle tribolazioni e sofferenze di ogni giorno. Lo Spirito Santo, ci ha detto Gesù, sarà sempre con noi: cioè lo Spirito Santo è consolatore perché non ti lascia mai solo! Per quanto sia bello essere attorniati da persone che ci vogliono bene, nessuno può riempire quel vuoto che portiamo dentro. Solo lo Spirito di Dio ci può con-solare, stare con noi, anzi, essere in noi, colmando della sua presenza la nostra solitudine. Ricordiamolo: quando ci troviamo da soli, quando dobbiamo prendere decisioni importanti, quando ci troviamo a soffrire, non siamo soli. Quando la malattia ti consuma, se la morte ti sembra prossima, se sperimenti il vuoto di una delusione, di un tradimento, ricordalo: non sei solo. Sin dal giorno del Battesimo vi è in te un “dolce consolatore dell’anima”. Egli è «Colui che sta assieme, che cammina accanto, che siede con te, nella tua solitudine. Lo Spirito Santo è l’unica persona che toglie la solitudine, toglie il senso di vuoto. Il credente, se sta davanti a Dio, è sempre consolato. Può avere qualunque situazione, può stare anche in punto di morte: non è solo. Ed è diverso essere soli da essere con un Altro che ti ama. E se quell’Altro poi è il Signore della vita, è diverso ancora. E c’è una gioia e una consolazione interiore che nessuno ti può dare se non Dio stesso, e nessuno ti può rapire. E questo infatti resta in eterno con noi e c’è sempre dentro se uno guarda all’amore del Signore per lui» (p. S. Fausti).
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