Non sappiamo dove vai
Gesù l’aveva preannunciato più volte, avrebbe dovuto morire per risorgere. Avrebbe dovuto passare – non bisognava (Lc 24,26)- dal posto della croce per poter essere misericordia del Padre. Glorificata presenza di Dio in noi.
Quante volte ti chiedi, perché Signore non mi aiuti? non mi esaudisci? e quando non trovi la “tua” soluzione non dici: Dio non mi ha ascoltato? Eppure lui continua, per mezzo del suo Figlio, ad indicare il posto in cui lui abita, in cui dimora. La croce.
Maestro dove dimori, gli chiesero i primi incontrati al Giordano, e lui rispose venite e vedete (cfr Gv 1,38-39) e cominciarono a seguire la via: stavano cominciando a percorrere la via verso la verità del Golgota. E sul Golgota potranno comprendere quale e come è la vita del discepolo, quello amato che, volendo rispondere all’amore del Signore, cerca la pienezza della gioia e della vita, nella sua esistenza, qui ed ora. E comprende che la pienezza di Dio, della sua gioia, abita nel dono di sé stesso. Il posto che da sempre si cerca è dentro a sé stessi: Dio abita la fede nell’uomo.
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Non sappiamo dove vai e lui risponde: sto andando nella dimora che vi avevo preannunciato quella che da la pienezza. La croce. Se cerchi Dio abbraccia la croce (s. Agostino).
Non sappiamo dove vai e lui risponde: sto entrando nella notte ( Gv 13,30) quella più buia, quella più pericolosa, quella più solitaria e ci vado da vittorioso, dal glorificato.
Gesù, maestro sta ancora una volta insegnando che anche il buio del non senso, dell’abbandono, del tradimento è seminagione di un seme che porterà frutti di resurrezione. Difficile a credere, meglio la fuga, meglio la vendetta, meglio l’uccisione del nemico che ti ha provocato questo.
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Il mondo è questo che vuole.
Il regno di Dio invece è il controcorrente. La sua dimora abita l’altrimenti, il suo volto abita chi il mondo non vuole conoscere.
Il regno della gloria di Dio è vedere il nemico con il volto dell’immagine somigliante a Dio. E lo vedi quando guardi intensamente la carne del tuo nemico e lo ami, lo curi lo accogli.
Gesù aveva appena finito di lavare i piedi (cfr Gv 13) a tutti e ora mentre ci consegna il suo testamento, ci fa vedere chi è Dio, il Padre che glorifica il Figlio che obbedisce all’unica legge: ama il prossimo tuo come te stesso. Gesù sta consegnando il suo testamento a discepoli “infedeli” e li chiama amici, li chiama fratelli.
Signore mostraci il Padre e ci basta. Ma cosa ci basta? Vedere un Dio immaginifico o vedere la carne di uomini e donne che, sulla parola di Gesù, sono lui stesso?
Gesù insegna come il volto del Padre lo riconosci nell’altro. Anche il nemico, quelli che lui ha avanti a sé, con sé lì nel cenacolo. Amici, fratelli “infedeli”. Nemici.
Oggi il nemico, sono più che mai i poveri che la nostra società opulenta e ingannata vuole eliminare, e purtroppo tanta parte della Chiesa asseconda, anzi abbraccia, ideologie di indifferenza e di odio e così perde la somiglianza al Padre. Chiesa mondana.
Signore mostraci il Padre e ci basta, chi ha visto me ha visto il Padre, vedere la carne di Gesù è vedere il posto
dove dimora la gloria. Di Dio. È vedere che non esistono nemici, se nel mondo di Dio abita solo
l’amare.
Ora forse, amico ed amica, possiamo insieme dire: Maestro “so” dove vai. Ad abbracciare la croce. Sarò, saremo il volto di Dio per il mondo. Risorto.
FONTE | Telegram
Foto di Steve Haselden da Pixabay