Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Maggio 2023

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✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 14,7-14

“È tutto suo padre”, “è tutta sua madre”… Quando da piccoli ci è capitato di andare a trovare qualche prozia o un lontano cugino, di certo ci è stato rivolto almeno una volta un commento di questo tipo. Sotto lo sguardo del parente o dell’amico che ci vedeva solo di tanto in tanto o addirittura ci scopriva per la prima volta, abbiamo avvertito di essere portatori di altro e altri, di un’eredità di gesti, di stili, di parole-di-famiglia che non sapevamo di avere con noi, di vestire o esprimere. E forse abbiamo avvertito la bellezza di essere più profondi di noi stessi, del nostro non-essere-solo-noi; anche una qualche responsabilità, perché in ciò che siamo e facciamo anche altri sono coinvolti

Come si verifica tra padre e figlio, tra madre e figlia: possiamo riconoscere che è un’esperienza umanissima che la vicinanza trasformi, l’amore dato e ricevuto assimili e con-formi. Così è per Gesù, che usa un’espressione in fondo analoga, per rispondere all’obiezione di Tommaso. «Signore, mostraci il Padre e ci basta», «Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».

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Come il Figlio così il Padre, come l’Inviato così Colui che invia, come Gesù così Dio. In una intimità reciproca e l’essere immagine l’uno dell’altro, l’essere immagini che reciprocamente si rimandano, che si legano a vicenda, Gesù rassicura Tommaso a fidarsi delle esperienze che hanno vissuto insieme. In esse Tommaso può fare esperienza di Dio, del Padre. In quei pezzi di vita comune con Gesù, per Tommaso e per noi vi è la via al Padre e alla Vita nuova che si esprime nel servizio. Sono le opere di Gesù, che proseguono oggi attraverso di noi, se crediamo, se ci fidiamo del potere di questa possibile tenerissima e profonda intimità, l’intimità con il Signore Gesù.

Diego Mattei SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato