Le storie dei patriarchi sono “storia”?
La domanda è semplice, ma la risposta non lo è affatto. E non è detto nemmeno che piaccia a tutti, specialmente a biblicisti e fondamentalisti. Abramo, così come Giacobbe, è certo la personificazione di un’esperienza reale, ma non tanto quella di un individuo quanto quella di un intero popolo che rilegge la propria storia alla luce del rapporto con Dio.
In questo senso si tratta di racconti tradizionali, ancestrali, raccolti e riproposti sulla base su una precisa lettura della storia e degli eventi a partire dal ritorno dall’esilio di Babilonia.
Pretendere di trovarsi di fronte alla narrazione rigorosa di eventi fattuali – e legare a tale corrispondenza il valore del messaggio – è una trappola nella quale non bisogna cadere, perché si prenderebbe una strada che svaluta la fede anziché fondarla, finendo per danneggiarla gravemente esponendola al rischio di una facile confutazione.
La verità teologica infatti risiede nel significato, perché i fatti, ammesso che si possa accedere a essi, da soli dicono poco o nulla.
Don Gianmario Pagano