Pastore o ladro.
In questa Domenica la magnifica parabola narrata da Giovanni ci dà un’indicazione precisa su che direzione prende la nostra vita in relazione a chi, in piena libertà, decidiamo di seguire.
“ Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e la abbiano in abbondanza “.
Detta cosi’ sarebbe facile scegliere Cristo.
Ma il ladro è furbo, il ladro, con la sua maestria, ci invita a seguirlo proponendoci cose piacevoli, cose semplici, cose che, all’apparenza, producono gioia.
Il ladro, che sarebbe il demonio, il tentatore, colui che vuole dividerci da Cristo, ci fa credere che libertà è sinonimo di “ fare di testa propria “, di fare cio’ che si vuole perché la vita è breve e non bisogna farsi alcuno scrupolo.
Sembra invitante, sembra bello cio’ che ci propone, ma, alla fine, conduce alla perdizione, conduce ad essere, come si legge nella seconda lettura ( 1 Pt 2, 20-25 ), “ pecore erranti “, prive di meta.
Scegliere Cristo è piu’ impegnativo perché richiede umiltà, la grande assente dei nostri giorni.
Cosa fa infatti Cristo con le sue pecore?
Le “ chiama “, ciascuna per nome, e le “ conduce fuori “.
Già questo fa paura perché “ essere condotti fuori “ dai nostri “ recinti “, in cui ci sentiamo sicuri, non ci piace perché quando si “ è fuori “, quando si cammina, liberi per la strada, ci sono in agguato pericoli, insidie, ed è necessario industriarsi, impegnarsi, lottare.
Il “ recinto “ evita questi rischi ma, al contempo….” impedisce di vivere “.
Cristo ci vuole invece vivi, coraggiosi, pronti ad affrontare il cammino, nella certezza che possiamo percorrerlo perché non siamo soli ma c’è Lui che ci “ cammina davanti “ e che, nei momenti di stanchezza, “ ci chiama per nome “ con quella voce inconfondibile che noi riconosciamo tra mille.
Ma, come dicevo prima, ci vuole umiltà nella sequela di Cristo in quanto questa richiede che Lui cammini dinanzi e che noi lo seguiamo.
Gli uomini, invece, non vogliono “ seguire nessuno “ bensi’ “ essere seguiti “, tutti presi dalla presunzione di “ sapersela sbrigare da soli “, di “ essere i migliori “.
E’ sfruttando questa presunzione che il demonio riesce a portarci “ fuori strada “ e a farci abbandonare la sequela di Cristo, illudendoci che cio’ ci porterà alla felicità mentre, invece, come già sopra accennato, cio’ ci condurrà solo a “ sbagliare strada “ e a divenire “ pecore erranti “, senza meta.
In questa Domenica siamo quindi stati resi consapevoli della destinazione dei “ due cammini “ che possiamo intraprendere: quello alla sequela del Pastore e quello alla sequela del brigante.
Quale scegliamo?
Cristo ci lascia liberi, Lui è una PORTA APERTA, che possiamo, liberamente, scegliere di attraversare e dalla quale, altrettanto liberamente, posiamo scegliere di uscire per seguire altre strade, di cui ci ha detto chiaramente a dove conducono.
Ora sta tutto a noi.
Che meraviglia questo nostro Dio, il cui nome è LIBERTA’.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.