don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 7 Maggio 2023

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1° Lettura 

– Ma la comunità di Gerusalemme, 

descritta da S.Luca, 

dove tutti partecipano alla catechesi, 

alla liturgia domenicale, 

alla condivisione dei beni, 

dove tutti sembrano vivere in perfetto accordo, 

senza che alcuno patisca la povertà 

e tutti godono la stima della gente… 

ma è una comunità reale 

oppure   

S.Luca sta descrivendo una comunità ideale? 

E’ chiaro che sta descrivendo  

una comunità modello  

a cui tutte le altre comunità 

dovrebbero prendere esempio. 

– La realtà è quella descritta  

in questa pagina: 

un momento di contrasto tra  

ebrei 

nativi del posto, 

tradizionalisti,  

leggevano la Bibbia in ebraico,  

parlavano aramaico, 

frequentavano ancora il Tempio, 

ed erano la maggioranza… 

e gli ellenisti 

nati ed educati all’estero, 

di cultura greca, 

non legati alle tradizioni degli altri ebrei, 

parlavano greco, 

più aperti dal punto di vista culturale; 

in netta minoranza numerica. 

– Sorge tensione tra i due gruppi  

ebrei ed ellenisti 

pur facendo parte  

della medesima comunità cristiana: 

gli ellenisti si lamentano perchè 

le famiglie delle loro vedove 

venivano trascurate rispetto 

a quanto la comunità faceva per il gruppo  

e per le vedove degli ebrei. 

– Come risolvono il problema gli Apostoli? 

Fanno scegliere 7 persone sagge e degne 

a presiedere la distribuzione degli alimenti 

destinati alle famiglie povere. 

– Due di questi personaggi Stefano e Filippo 

li ritroveremo nelle pagine degli Atti 

e a loro in seguito 

saranno dedicati spazio e attenzione. 

– La conclusione: 

1° la Chiesa non è fatta di Angeli, né di santi; 

dissidi possono verificarsi,  

per i limiti personali e umani; 

vanno tuttavia risolti, 

nella preghiera e nel dialogo. 

2° Questo contrasto o incidente  

in seno alla comunità di Gerusalemme, 

ha dato inizio ai “ministeri” nella Chiesa: 

laici che occupano ruoli di responsabilità 

a fianco dei presbiteri, 

con la medesima dignità  

e responsabilità nel servizio. 

VANGELO 

SEGNI DELLA RISURREZIONE 

    nella fede 

1°  Gesù stesso annuncia la sua morte e risurrezione  

(Luca 18)   (Marco 10)  (Matteo 20) 

2° Il sepolcro vuoto (Gv. 20) 

3° le bende afflosciate e ripiegate (Gv. 20) 

4° le bugie delle autorità (Matteo 28) 

5° le apparizioni (Gv. 20) 

6° i suoi amici e le donne lo sentono vivo 

7° il cambiamento repentino subito dagli Apostoli 

8° La forza di convincimento sulla gente 

che ha la predicazione degli Apostoli (Atti 2) 

9° i tentativi delle autorità religiose 

per fermare gli Apostoli  

e la diffusione della notizia (Atti 4-5) 

10° i miracoli:  

il paralitico guarito da Pietro e Giovanni alla porta del Tempio (Atti 3) 

la liberazione miracolosa di Pietro (Atti 12) 

11° i martiri per Cristo: S.Stefano (Atti 7) 

S.Giacomo (Atti 12) 

12° la conversione di S.Paolo (Atti 9) 

13° la rapidità con cui si è diffuso il cristianesimo 

14°  la Sindone 

– Gesù stesso annuncia la sua morte  

e risurrezione

1° occasione  

in cui Gesù parla della sua morte e risurrezione: 

– “Intervennero alcuni capi ebrei  

e domandarono a Gesù:  

“Dacci una prova che hai autorità per fare queste cose”.  

Rispose Gesù:  

“Distruggete questo tempio, 

e in tre giorni lo farò risorgere!”.  

Quelli replicarono: 

 “Ci sono voluti  46 anni per costruirlo, questo tempio,  

e tu in tre giorni lo rimetti in piedi?”  

Ma Gesù parlava del tempio del suo corpo.  

Quando poi fu risuscitato dai morti,  

i suoi  discepoli si ricordarono  

che aveva detto questo e credettero alle parole di Gesù.”  (Gv.2, 18-22) 

2° 

– Gesù rivolto ai suoi discepoli  

cominciò a dire apertamente: 

“Il Figlio dell’uomo dovrà soffrire molto.  

E’ necessario: Gli anziani del popolo,  

i capi dei sacerdoti e i maestri della legge  

lo condanneranno:  

egli sarà ucciso,  

ma dopo tre giorni risusciterà” – (Mc.8, 31-32) 

– Marco 9, 31 

– Marco 10, 33-34 

3° 

– Mentre erano in viaggio verso Gerusalemme 

Gesù chiese ai suoi: 

“ La gente chi dice che io sia? 

e Pietro: “Tu sei il Cristo”… 

Da quel momento Gesù cominciò a spiegare  

ciò che gli doveva capitare: 

i capi del popolo mi faranno soffrire molto, 

sarò ucciso,  

ma il terzo giorno risusciterò”   (Matteo 16, 13-21) 

4° 

– Un giorno, Gesù parlando di se stesso,  

si presenta come il vero Pastore 

con un atteggiamento totalmente diverso  

da come si rapporta il mercenario con il gregge: 

il mercenario si serve delle pecore, 

per i suoi interessi, 

per guadagnarci; 

in caso di pericolo  

abbandona le pecore al loro destino, 

mentre il vero pastore, 

a cui stanno a cuore le pecore, 

dà la vita per loro, 

“Io la offre liberamente 

per poi riprenderla di nuovo”. (Giov. 10, 18) 

Conclusione: 

tutte queste affermazioni di Gesù 

in cui fa accenno e predice  

la sua morte e Risurrezione, 

sono un segno, se non una prova, 

che Gesù stesso aveva annunciato 

la sua Risurrezione; 

il fatto che Gesù l’avesse detto, 

per chi ha fede nella Parola di Gesù, 

è la prova che Lui è veramente risorto; 

se non fosse risorto 

la sua Parola non sarebbe vera… 

e crolla tutto. 

Fonte