«Io sono la porta: se qualcuno entra attraverso di me, sarà salvato».

Come sei buono, mio Dio, a darci senza sosta in questo Vangelo, questi principi generali che, in una parola, formano una regola per tutte le nostre azioni e tutta la nostra vita!… Qui, ci ripeti ciò che ci hai detto così spesso in questo vangelo: la salvezza, la santità, consistono nella fede, poiché la fede contiene sia il fatto di ascoltare docilmente gli insegnamenti di Dio e dei suoi rappresentanti, sia il fatto di compierli (crederli, ascoltarli e non praticarli sarebbe un’offesa a Dio, sarebbe più colpevole che non crederli)… 

La fede che contiene l’obbedienza dello spirito che riceve docilmente gli insegnamenti divini, e l’obbedienza per mezzo delle opere conformi a questi insegnamenti, si risolve dunque nell’obbedienza, questa obbedienza figlia dell’amore, che gli è necessariamente e indissolubilmente legata, quando l’amore si rivolge a un essere perfetto, al solo Essere perfetto… Come sei buono, mio Dio, gettandoci nella fede, a gettarci da essa nell’obbedienza, dall’obbedienza nell’amore e in questo modo a continuare così costantemente la tua opera misericordiosa «di accendere sulla terra» il fuoco dell’amore di Dio!

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Nostro Signore è «la porta»… «Entriamo attraverso di lui», credendo in Lui, credendo pienamente in lui, sia alla sua Chiesa sia ai suoi santi Libri, sia a tutti i suoi insegnamenti sia alle sue minime parole. Penetriamo profondamente in questa verità che tutte le sue parole sono «spirito e vita», «non passeranno»; crediamole tutte e siano la direzione della nostra vita. «Viviamo di esse»… «Il giusto vive di fede». Non accontentiamoci di leggere le parole di Nostro Signore, di meditarle, di approvarle, di ammirarle, di predicarle; applichiamole, viviamo di esse, facciamole passare nella nostra vita: è questo che distingue l’anima religiosa dall’anima mondana: la prima «vive di fede», la seconda vive delle massime del mondo; la prima dirige la sua vita verso il fondamento delle parole di Gesù, la seconda la dirige verso il fondamento dei principi umani. 

«Viviamo dunque di fede», lasciando da parte la ragione umana che è «follia davanti a Dio», e regolando la nostra vita secondo le parole della Sapienza divina, che è «follia davanti agli uomini». «Entriamo attraverso di lui» amandolo con tutto il nostro cuore… «Entriamo attraverso di lui», imitandolo… «Entriamo attraverso di lui» obbedendogli… Le pecore sono legate al loro pastore, lo guardano, lo seguono, gli obbediscono; sul loro esempio amiamo il nostro divino Pastore, guardiamolo, per mezzo della contemplazione, seguiamolo per mezzo dell’imitazione, obbediamogli.


Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

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La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com