Caterina da Siena è stata una donna, in un periodo storico certamente non a favore delle donne, senza istruzione, senza saper leggere e scrivere, eppure è Dottore della Chiesa. Il perché ce lo spiega il vangelo di oggi:
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”.
Non dobbiamo confondere i piccoli con gli ingenui. La piccolezza del Vangelo non è una forma di romanticismo, ma l’atteggiamento attraverso cui Dio effettivamente può parlarci. I piccoli secondo il Vangelo sono totalmente ricettivi e gratuiti. Non vogliono possedere Dio, ne manovrarlo.
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Al contrario si abbandonano fiduciosamente a ciò che Egli fa nella loro vita e così il Signore riesce a parlare con loro con una chiarezza che gli altri non riescono mai a raggiungere. In questo senso la rivelazione di Dio in loro ha più il sapore di un’esperienza che di una semplice teologia:
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.
Tutto ciò che il Signore può dirci, noi riusciamo a recepirlo solo a patto di salire in braccio a Lui, o di portare il peso della vita insieme con Lui. È dal legame che si crea tra noi e Lui che passa anche la rivelazione più significativa per la vita di ognuno. In alcuni casi, come in quello di Caterina da Siena, il legame è talmente forte che il Signore non solo si rivela alla sua anima, ma attraverso di lei parla a tutta la Chiesa e a tutto il mondo.
Questo ci ricorda che la santità a volte non è solo un favore a noi stessi ma anche un favore a tutti gli altri. Caterina ci ha mostrato una santità che ha segnato una stagione nuova per la Chiesa e per i secoli a venire. Eppure agli occhi del mondo era solo una donna, incolta, povera e senza nessun mezzo.
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Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 11,25-30
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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