I racconti dei miracoli sono difficili da interpretare, soprattutto se ci intestardiamo a cercar di capire ciò che Gesù ha fatto in pratica. Questo, in realtà non lo sapremo mai, quindi è agli aspetti collaterali che bisogna guardare per trovare gli insegnamenti che l’evento ci vuol trasmettere.
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci… troppo poco—dicono i discepoli—per sfamare più di cinquemila persone». Chissà che invece, quel ragazzo, non sia il vero modello da imitare. In quel semplice e ingenuo gesto possiamo trovare una nuova logica: l’importante è mettere a disposizione quel poco che hai.
Cioè passare dalla mentalità del “comprare” all’esperienza del “condividere”. Finché rimaniamo nella logica dei ragionamenti, dei progetti, della prudenza, dei calcoli, la realtà non cambierà mai. In questo episodio Gesù forse ci vuol dire: tira fuori il “ragazzo” che c’è in te. Gioca le tue carte. Metti sul piatto quel poco che hai. Inizia tu a fare qualcosa. Non aspettare che tocchi sempre agli altri a fare il primo passo.
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Per riflettere
È sempre dal piccolo, dalle cose semplici, che nascono le cose grandi. Il poco, quando è condiviso, basta e avanza. Infatti, quando tutti furono saziati, ecco l’invito di Gesù: «Raccogliete gli avanzi perché nulla vada perduto», e riempirono dodici canestri! Dio è generoso ma non tollera gli sprechi. Ecco il grande insegnamento di questo episodio: il vero problema non è la mancanza di pane, ma la mancanza di condivisione.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi